Tiziana Gabrielli, “Carne viva”, videolettura; note di Adelio Fusé, Romano Morelli, Mario Novarini, Giuseppina Rando

Carne viva
 

Carne viva

l’inestinguibile sete

nel trapassare infinito

dal nulla al nulla

verso/voce

dell’originario


 

La luce è l’ombra dell’Ombra,

lingua dell’inaudito

estasi dell’assenza

infanzia del logos


 

Vicino è ora

l’irraggiungibile

sapere è non dire

o dire quel niente

che è un tutto


 

ci tiene in bilico l

a parola

e non salva


 

solo un gesto

purissimo, il più leggero

sarà forse la traccia,

una svista, lo scarto,

o il logico caos

del caso


 

l’azzurro slabbrato

nel primo battito

dell’estate

 

esserenuvole nuvole

e lontananza

assoluta mancanza

nel presente remoto

di un futuro anteriore


 

saremo quali eravamo

prima di precipitare

in un nome


 

Adelio Fusé per Tiziana Gabrielli

Tre poesie d'impronta filosofica (con echi presocratici) comprese in un unico itinerario esistenziale, che è insieme biografia della parola e della vita. Si va da... a..., dalla luce all'Ombra (la maiuscola è nel testo, e non per caso), "dal nulla al nulla", seguendo un tracciato non lineare ma circolare. D'altra parte è circolare la concezione del tempo che qui traspare: siamo già lontani come una mancanza "nel presente remoto / di un futuro anteriore" e infine "saremo quali eravamo / prima di precipitare / in un nome".

 

E la parola? "ci tiene in bilico / la parola / e non salva". Rispetto all'esistenza, la parola appare in posizione privilegiata: mentre la parola trae il proprio senso dicendo l'esistenza, l'esistenza non riceve un senso dalla parola. Il senso dell'esistenza sta nel riconoscere che il 'governo' delle cose spetta a "il logico caos / del caso". Di più non possiamo pretendere.

La parola non aggiunge (non porta qualcosa in più all'esistenza) ma attesta e certifica una condizione: "Vicino è ora l'irraggiungibile / sapere è non dire / o dire quel niente / che è un tutto".

 

La "Carne viva", allora, è lì, nel caos/caso, nella sequenza imperscrutabile degli avvenimenti a cui siamo consegnati.


 

Romano Morelli per Tiziana Gabrielli

La poesia di Tiziana Gabrielli è la descrizione dolorosamente lucida di uno stato esistenziale, il momento dello svelamento dell’essere al mondo: “assoluta mancanza / nel presente remoto / di un futuro anteriore.”
I versi, densi e nitidi, evocano i mobili contorni inafferrabili del grande equivoco in cui siamo smarriti, “il logico caos / del caso”, ristabiliscono verità e misure dell’essere umani e ci annunciano un destino, forse un auspicio: tornare ad essere “quali eravamo / prima di precipitare / in un nome”.
Tuttavia il testo pulsa come una ferita aperta, è “carne viva” e la sete è inestinguibile; è la voce dell’attesa inquieta di un compimento. Ed ora che sappiamo che “la luce è l’ombra dell’Ombra”, che “sapere è non dire” e che la parola non salva, “vicino è ora / l’irraggiungibile”.

 

Mario Novarini per Tiziana Gabrielli

Dire l’indicibile, la parola che esprime il mistero dell’esistere, ma guarda anche al prima, al dopo e all’oltre, è, non meno di un’inestinguibile sete, esigenza primaria della carne viva. Un paradosso, un adynaton: il logos è il solo mezzo a nostra disposizione per esprimere ciò che lo trascende. Così non possiamo definire la luce se non come negazione del suo opposto. Così l’irraggiungibile (pur sentito vicino) sapere è ineffabile, o è dire quel niente / che è un tutto. E nel provare a dirne anche solo un barlume la sequenzialità univoca della sintassi deve superarsi facendo coesistere la dimensione paradigmatica e quella sintagmatica (l’irraggiungibile / sapere fa da soggetto, contemporaneamente, a vicino è ora… e a … non dire / o dire quel niente / che è un tutto) e annullando quasi completamente la punteggiatura.

Ci tiene in bilico / la parola / e non salva: forse solo attraverso una svista del soggetto senziente è possibile cogliere, in modo inavvertito, un frammento del senso nascosto nel logico caos / del caso, dove il mistero del tempo sfugge all’indagine razionale che, per provare a interpretarlo e a descriverlo, deve stravolgerne le categorie grammaticali e ontologiche.

E alla fine, ripercorso l’iter dal nulla al nulla iniziato nel momento in cui siamo precipitati temporaneamente in un nome, irripetibile individuale declinazione di un caso della grammatica dell’essere, ci accorgiamo di un’altra traccia, non meno misteriosa, apparsa nella filigrana della trama che la nostra vita ha intessuto.

 

Giuseppina Rando per Tiziana Gabrielli

“Carne viva“ di Tiziana Gabrielli, emerge come immagine riflessa di quel l’inestinguibile sete

che assilla l’essere umano e lo rende consapevole del nulla da cui proviene e a cui è destinato (dal nulla al nulla).

La Poeta ri-vive la lucida disperazione esistenziale che concepisce la vita come tragico esilio, impenetrabile mistero (lingua dell’inaudito/ estasi dell’assenza), condanna alla solitudine, all’incomunicabilità (sapere è non dire / o dire quel niente).

L’essere umano (carne viva) s’aggira come una fosse una larva, rassegnato a vivere nel logico caos / del caso.

E’ la poetica del non-essere che tiene in bilico / la parola / e non salva, emblematica dell’intellettuale moderno di fronte agli enigmi della natura e all’irrazionalità della Storia.

Sembrerebbe che la Gabrielli si interroghi sul senso della ricerca poetica, forse, nel tentativo di confrontarla con la vita e con ciò che, in apparenza, sta fuori dei suoi confini.

L’immagine dell’ esserenuvole nuvole accende per un attimo un barlume di fugace serenità, assorbito subito dopo dalla dominante intonazione dell’assoluta mancanza e della perenne angosciante realtà.

 


Tiziana Gabrielli (1969) vive tra Roma e Chieti. Ha conseguito nel 1996 una laurea in Filosofia (cum laude) all’Università degli studi di Chieti, e, nel 2004, un Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera e la Humboldt-Universität di Berlino. Si è perfezionata presso la Scuola Normale Superiore di Pisa in Filosofia classica tedesca, e in Bioetica, presso l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma. Attualmente i suoi studi sono orientati all’approfondimento dei rapporti tra filosofia, arte e letteratura. Giornalista pubblicista dal 2007, è autrice per la tv, la radio e il cinema ed esperta in marketing e comunicazione digitale. Come poeta, le sue liriche – talune tradotte in spagnolo e in greco moderno - hanno ottenuto importanti riconoscimenti.

Nel 2014 ha pubblicato l’opera L’ora senza nome, Cierre Grafica, Verona 2014 (Premio “Opera Prima” 2013), e la silloge Il silenzio della luce, Giulio Perrone Editore, Roma 2015 (Finalista del Premio di poesia Walter Mauro 2014). Alcune sue liriche sono state scelte per essere pubblicate nell’Enciclopedia di Poesia Contemporanea 2015, edita dalla Fondazione Mario Luzi Editore.