Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Kiki Franceschi, da “Non c’è tempo per il tempo”, Edizioni Polistampa, 2016, nota di Flavio Ermini

Kiki Franceschi è poeta, artista, saggista. Il suo lavoro è dunque complesso e poliedrico. Precisamente com’è complessa e poliedrica la struttura di questo suo libro: Non c’è tempo per il tempo.

In questa opera, parola poetica e segno, parola riflessiva e canto si intrecciano. E forniscono del mondo una visione colma di contraddizioni insanabili.

Il nostro mondo, ci dice Kiki Franceschi, è sottoposto all’incombere di un disegno che appare inestricabile. Un disegno che a tutti rimane celato.

Valentino Fossati, da "Inverno", CartaCanta editore, 2016, nota di Rosa Pierno

L'uso intensivo della memoria, fino al punto da mostrane l'afasia, con il suo venir meno, quasi a causa dell’essere così strenuamente cercata, apre di fatto una separazione netta fra il sé adulto e il bambino che si è stati. Ora proprio questa netta separazione, equivalente a una perdita innaturale, poiché non possiamo essere, nel presente, che tutto quello che siamo stati, offre anche la misura della ferita e del dolore di cui ci parla Valentino Fossati.

Giovanni Duminuco, da “La ferita distorta dell’agire”, Formebrevi Edizioni, 2016, nota di Rosa Pierno

Nelle prose poetiche di Giovanni Duminuco sentiamo immediatamente l'assenza di un referente esterno e del corpo che dovrebbe esserne il ricettore. Siamo già implacabilmente nel mentale, con tutti i suoi dubbi, con una logica che è inoltre inficiata non solo da sé stessa, ma anche dall'immaginazione, la quale proietta sul tendone, tutto visivo, virtuali aperture, fughe e pieghe.

Morena Coppola, dalla raccolta inedita “Sgorbie e Misericordie di Fratelli Elettrici”, nota di Laura Caccia

Una sacra dissacrazione

Nella ricerca di coniugare arte e poesia e, nello stesso tempo, di creare una rottura di prospettiva, si muove la scrittura contaminata di Morena Coppola nella silloge “Sgorbie e Misericordie di Fratelli Elettrici”.

Maria Grazia Calandrone, da "Gli scomparsi", Lietocolle, 2016, nota di Rosa Pierno

La scelta di una scrittura del tutto libera, in cui predomina il verso libero, che si vuole accampare tra cronaca giudiziaria e racconto dalla diretta voce dei protagonisti dei terribili eventi è, in realtà, immediatamente ricondotta alla voce autoriale: il linguaggio subito ci indirizza verso un'esposizione a tratti filosofica o lirica che denuncia l'artificio della voce narrante, o meglio rende tale voce dichiaratamente 'attoriale'.

Riccardo Benzina, una prosa inedita, “Collasso e apparizione”, nota di Davide Campi

Collasso e apparizione

 

Il giorno della scomparsa aveva ancora due nomi. Il mio nome, il tuo nome.

Aveva lo scontro, aveva bisogno. Il fallire, ancora – e adesso, invece, di tutto questo niente, niente più.

Metteva da parte il sonno e si dimenticava. In un momento.

Nadia Agustoni, da “Racconto”, Nino Aragno Editore, 2016, nota di Rosa Pierno

Fra parole e cose traghetta, senza mai toccare riva, la scrittura di Nadia Augustoni. Ma anche tra passato e futuro. Forse incollocabile è l'oggetto, insituabile il luogo, indecidibile il tempo. Eppure la memoria è tangibile, offre come su un vassoio le certezze, "gli odori delle lunghe estati", il colore delle foglie. Tuttavia è da registrare che nei verbi è la distanza e che "le parole sono un nome".

Bianca Battilocchi, “Performative Arts Today” a Dublino: un evento all’insegna della bellezza interdisciplinare delle arti

Perfomative Arts Today è il titolo di un evento multidisciplinare tenutosi lo scorso 2 febbraio presso Trinity College Dublin, in una data che casualmente è venuta a coincidere con il genetliaco di un grande irlandese auto-esiliatosi in Italia, lo scrittore James Joyce. Promossa e organizzata dalla Dr.

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