Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Convocazione assemblea dei soci 9/2019

ANTEREM

Associazione di Promozione Sociale
via Cantore 1 – 37121 Verona – Italia
e-mail direzione@anteremedizioni.it
Codice fiscale 01797120233

Verona 2 aprile 2019

Convocazione dell’Assemblea dell’Associazione di Promozione sociale Anterem.

Il 5 per mille ad Anterem

A Lei che ama la poesia, la filosofia e l'arte

 segnaliamo un'importante opportunità, offerta dalla Certificazione Unica 2019

 

5x1000 ad anterem

Un'informazione preziosa

La Finanziaria ha riconfermato la possibilità per i singoli contribenti di destinare sulla Certificazione Unica 2019 il 5 per mille della propria IRPEF direttamente all'Associazione Anterem con la dichiarazione dei redditi del 2018.

Tale possibilità ha lo scopo di permettere ad Anterem di ottenere - con la solidarietà diretta di chi è vicino alle forme della bellezza e del pensiero - quei finanziamenti che le Istituzioni pubbliche normalmente non prevedono.

Un'ulteriore opportunità

Destinando ad Anterem il Suo 5 per mille, Lei contribuirà a realizzare gli obiettivi dell'associazione - promuovere lo sviluppo della ricerca poetica e della riflessione filosofica ed estetica - senza alcun aggravio delle imposte.

Come fare

Lei potrà esprimere il Suo sostegno ad Anterem apponendo la Sua firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi - là dove si prevede il sostegno delle organizzazioni senza fini di lucro - e indicando nello spazio sottostante il nostro codice fiscale:

01797120233

Per ulteriori chiarimenti: ranieri.teti@anteremedizioni.it

Eloisa Ticozzi

da “Figli segreti”

 

Le parole che io dicevo

come rifugi di preghiere e di credenze

clandestine

 

il desiderio di concentrare vita e morte

nella parola più segreta del corpo.

 

Quell’unico occhio dell’universo mi chiamava a sé

e io rimanevo animale

che si spogliava di carne e di pelliccia,

dalla lingua squarciata di parole

 

e i piedi nudi sulla terra

Giancarlo Stoccoro

Da “Tema con variazioni”
 

***

Visitavi il mio sguardo

con la complicità dell’aria

barattavi la distanza

istante per istante

con un muto respiro
 

***

I sogni migrano altrove

e tu cuci asole d’alba

trasformi la notte

in un laboratorio di luce 

 

***

Darai fiducia a questo sguardo

che interroga le voci nel sonno

e tiene a battesimo desideri
 

Silvia Rosa

da “Tempo di riserva”, Ladolfi Editore, 2018

 

Quella volta

 

Quella volta che il sole

è caduto per terra

con uno sparo di voce

dentro la sua stessa luce

colpito forte, sembravano

lucciole le schegge

che mi cascavano tra i capelli

legati in un nodo,

sembrava la fine di un mondo

 

ma poi la vita riprende – così dicono –

solo meno luminosa e

Max Ponte

da “56 poesie d’amore”, Granchiofarfalla 2016

 

Che ne sai tu dell’idrovolante?

 

Che ne sai tu dell’idrovolante

che planava davanti a casa

negli anni ’30 quando

mi affacciavo sul Po

e pensavo a noi sulla

linea Torino-Pavia-Trieste?

che ne sai del mio idrovolante?

tu che te ne vai in giro

con un suonatore di ukulele

mentre io con tutti i miei

pensieri a filo d’acqua

Marco Nuzzo

da “La specie invasa - Aporie dell’incavo”

 

***

Interessava il suono e la distanza, quel dannato morso di decibel che oscurava il silenzio, trapassandolo, infliggendogli un dolore muto, un'agonia di rotture, l'acatalessia dell'universo in cumuli di parsec sparati lì sul dubbio, con dovizia d'aghi inchiavardati nel teguentale docile, nell'infranto degli innocenti e dentro tutto un cascare senza più importanza.

***

Ugo Mauthe

L’ora d’aria

 

camminava elegante di tutto punto

nel mezzo di quell’ora di punta

 

camminava su scarpe senza simmetria

nemmeno il bastone lo teneva sulla via

 

camminava muovendo la testa e le labbra

clown di se stesso un sorriso di sabbia

 

camminava frugando cassonetti

sguardo tremante gesti ancora netti

 

camminava con la nostalgia che l’artiglia

Maurizio Manzo

da “Rizomi e altre gramigne”, Editrice Zona, 2016

 

Cerchi

È sparito il tuo mondo dissociato, qualcuno te lo mostra rattrappito

dentro una palla di vetro innevata, c’è anche la tua cattedrale e la piazza

spiazzata quella sofferenza inflitta, tutto ruota intorno a sé un cerchio lento

che non si chiude resta aperto e spento, le cose che non andavano fatte

hanno inciso cicatrici gemelle, e non basta scuotere le spalle il capo.
 

Collare

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