Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Angelo Andreotti, da "Dell’ombra la luce", L'arcolaio 2014, nota di Davide Campi

Angelo Andreotti è un poeta colto.

Si avvertono, nelle sue scritture, oltre alla passione per il dire poetico, anche tutte quelle capacità che derivano da un lungo e paziente esercizio di studio del mezzo espressivo.

Laura Cingolani, poesia inedita "Sonnambula n. 7", nota di Ranieri Teti

La sostanza della forma.
Epifania per diversa agnizione.
La parola racchiusa nei suoi dintorni.
Codice di visione in assonanza simbolica.
Mimesi grafica del sonnambulismo e azioni.
Veglia a occhi chiusi oppure sonno a occhi aperti?
La figura è ritta, in leggero ritmo, costante movimento.
Contemporaneamente ricorda, pensa, vive, crea astrazioni.
Con moto accorto, andante non prolisso, produce riflessioni.
Si riflette nello spostamento lieve. Il pensiero è interiore.

Febbraio 2016, anno XIII, numero 29

Carte nel vento numero_29

La capacità di dare un senso nuovo alle cose e superarle, creando una dimensione estranea alla sfera personale, posiziona la poesia lontano da ogni forma di privata recitazione.

Quando l’autore si dissimula nell’opera, celandosi tra le sue parole, consente al testo di acquisire un valore comune, diventare un bene di tutti.

Questa caratteristica può essere uno dei tratti che accomuna le scritture ospitate nel nuovo numero di “Carte nel vento”, che nasce dai testi presentati alla precedente edizione del Premio Lorenzo Montano.

Gli autori scelti sono tutti introdotti dalla redazione di “Anterem”, come è accaduto in diretta durante il Forum 2015.

Ricordando che è ancora in corso la nuova edizione del Premio, giunto ai 30 anni di attività, auguriamo buona lettura.

 In copertina, Laura Cingolani, “Sonnambula n. 7” (acquerello di caffé su carta da disegno stampata)

scarica il bando della 30a edizione

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NovitĂ  editoriali. Errore e finzione di Cecilia Rofena

Copertina del libroErrore e finzione di Cecilia Rofena

Nella collana "Narrazioni della conoscenza" diretta da Flavio Ermini esce con Moretti&Vitali il nuovo libro di Cecilia Rofena: Errore e finzione. Logiche poetiche e poetiche filosofiche, con premessa della stessa autrice.

La domanda che viene posta in questa opera saggistica è: che cosa significa imparare dalla poesia? Errore e finzione mostra con estrema lucidità che «è una lezione molto simile a ciò che intendiamo con le espressioni "correggere un errore" e "riparare a una mancanza". Smettere di imparare dai nostri errori può segnare il confine e la fine dell’esperienza possibile. Non riflettere su una mancanza può voler dire accettare o provocare l’irrevocabile e l’inevitabile. A queste difficoltà l’attenzione dell’arte risponde con un atto linguistico che è etico e politico».

Cecilia Rofena è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove insegna filosofia del linguaggio e Filosofia della letteratura. Collabora con saggi e poesie alla rivista “Anterem”.

Ultima pagina: Paolo Donini, “Noterella liquida”, su Silvia Comoglio

Noterella liquida per “Il vogatore”

a Silvia Comoglio

 

Questo libro è un guado a fior di labbra. Il solco-solcato dalla voga procede a ritroso.

Ritroso (e ritrosia) di cui occorrerà dar conto.

Il solco intanto è il tratto-fratto, il taglio delle labbra aperte al mormorare e subito chiuse, la scia di chiglia mai definitiva

ma sempre aperta/chiusa: dietro di noi? Forse.

Silvia Comoglio, da “Il vogatore”, Anterem 2015, nota di Giorgio Bonacini

Il Vogatore di Silvia Comoglio

Come ogni anno, il Forum Anterem si terrà presso la Biblioteca Civica di Verona. Gli appuntamenti saranno ben tredici e si svolgeranno dal 7 novembre al 14 novembre 2015. Nel corso della manifestazione saranno premiati i vincitori del Premio Lorenzo Montano, XXIX edizione.

Nell’attesa, segnaliamo che vincitrice della sezione “Raccolta inedita” è Silvia Comoglio. La sua opera è stata pubblicata nella collana La ricerca letteraria delle Edizioni Anterem.

Il libro – di cui anticipiamo le poesie di apertura e la postfazione di Giorgio Bonacini – ha per titolo Il vogatore.

Antonella Taravella, da “La cromatica carne”, Libro Aperto 2013, nota di Davide Campi

I testi di questo libro si risolvono in forme prevalentemente brevi, quasi liquide, solo all’apparenza pacificate nella sintassi.

Al contrario, il lessico risulta improntato alla pura e semplice potenza: “rovine screpolate come dita”.

In questa prospettiva, nel tono piano dell’articolazione, le minime fratture e i piccoli spasmi di questa scrittura acquistano grande forza e potere disgregante e, soprattutto, sottolineante: “…una saliva di cose non dette/- ordinare le stoffe per dolore…”.

Giovanni Guanti, prosa inedita “Big fog”, nota di Mara Cini

Grande Nebbia. Palude. Crisi.

Giovanni Guanti sembra registrare una generale sfiducia nelle righe oziose di linguaggi sdrucciolevoli come pioli infangati che s’inabissano nell’insignificanza .

Eppure disseminati nel testo non mancano vocaboli che esprimono una residua positività del dire, una versione potabile della parola che, dunque, risulta elemento/alimento capace di ricatturare (…) riflessi di oro sporco e altri colori/sapori.

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