Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Roberto Valentini, poesia inedita “Anche il ricordo del tuo bel vestito”, nota di Ranieri Teti

Con la poesia di Roberto Valentini entriamo nella precisa fusione tra suono e senso; qui la forma del sonetto non è una rigida gabbia, il guscio entro cui abitare sopravvivendo poeticamente.

Nella capacità generativa della lingua convivono termini classici rivisitati e inedite aperture al senso.

Due sono i registri che Valentini ci apre: la portata emozionale del testo e, sullo stesso piano, la sua trasposizione al reale.

Marco Pacioni, da “Il bollettino dei mari alla radio”, Aguaplano 2014, nota di Rosa Pierno

Che sia quasi esclusivamente una scrittura che abbia come suo orizzonte la meta- poesia, lo dimostra il fatto che in Il bollettino dei mari alla radio, di Marco Pacioni, qualsiasi dato empirico viene riportato alla sua rappresentazione sia letteraria sia visiva, e lo stesso titolo in qualche modo ne rappresenta la cifra: “e naviganti e pescherecci arrugginiti / lungo le coste italiche / e putti soffianti i nomi dei vènti / sulla carta geografica immaginata”.

Stefania Negro, prosa inedita “Il pittore dei colori”, nota di Flavio Ermini

Il protagonista del racconto di Stefania Negro è un pittore. È un artista che si affida alla molteplicità dei colori per interpretare il mondo. Ma la vita gli riserva una sorpresa. A causa di un danno cerebrale la visione del mondo diventa improvvisamente in bianco e nero. Le foglie che cadono si sono trasformate in leggeri fiocchi di neve. Il mondo sembra sfuggire a ogni definizione. Ma a questa sorpresa se ne aggiunge un’altra. Pur essendo la realtà priva di colori, il “sentire” non è mutato.

Franco Falasca, poesia inedita “Tu che non esisti”, nota di Marco Furia

Un indicibile bersaglio

Con “Tu che non esisti”, Franco Falasca propone un componimento il cui evidente espressionismo sembra quasi sconfinare nella vera e propria invettiva.

La parola è uno strumento e, usata in una certa maniera, può assumere l’aspetto di un’arma o, comunque, di un proiettile lanciato contro qualcosa o qualcuno.

Giuseppe Nava, dalla raccolta inedita “Nemontemi”, nota di Giorgio Bonacini

Il filo che lega queste testi in un poemetto che, fin dalle prime parole, evidenzia una sua lenta e dolente osservazione e interrogazione, inizia da una notazione storica: il calendario azteco che chiudeva l’anno con una coda di cinque giorni, detti nemontemi, da cui il titolo dell’opera, che oscuravano e quasi bloccavano la vita e le attività umane fino al nuovo e rassicurante inizio d’anno.

Gennaio 2016, anno XIII, numero 28

Carte_nel_vento_numero_28

Trent’anni fa nasceva il Premio Lorenzo Montano.

Il passare delle epoche porta con sé mutazioni, smarrimenti, nuove possibilità. Anche per la scrittura. La vita letteraria, nelle sue varie manifestazioni, in questo trentennio è molto cambiata.

Piacevole è riconoscere che anche nel nostro tempo, proprio quello di adesso, la qualità della poesia rimane intatta: questo testimoniano poeti e prosatori presenti nel nuovo numero di “Carte nel Vento”, tutti introdotti dalla redazione di “Anterem”, selezionati dalla scorsa edizione del Premio.

Nel mutamento delle epoche restano intatte molte questioni legate alla poesia: riesce a raggiungere la meta che indica, riesce a colmare il vuoto che racconta, riesce a seguire i richiami che capta?

Nel cambiamento dei mezzi comunicativi rimane intatta la densità delle opere: forse il miglior viatico per il 30° “Montano”, a cui invitiamo poeti e prosatori per proseguire questa lunga storia.

scarica il bando della 30^ edizione

Edizione del trentennale (2016)

ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
 
Premio di poesia e prosa
Lorenzo Montano 
 
E D I Z I O N E   D E L  T R E N T E N N A L E  ( 2 0 1 6 )

"Raccolta inedita", "Opera edita", "Una poesia inedita",
"Una prosa inedita", "Opere scelte"

 

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