Gennaio 2016, anno XIII, numero 28

Ultima pagina: Paolo Donini, “Noterella liquida”, su Silvia Comoglio

Noterella liquida per “Il vogatore”

a Silvia Comoglio

 

Questo libro è un guado a fior di labbra. Il solco-solcato dalla voga procede a ritroso.

Ritroso (e ritrosia) di cui occorrerà dar conto.

Il solco intanto è il tratto-fratto, il taglio delle labbra aperte al mormorare e subito chiuse, la scia di chiglia mai definitiva

ma sempre aperta/chiusa: dietro di noi? Forse.

Silvia Comoglio, da “Il vogatore”, Anterem 2015, nota di Giorgio Bonacini

Il Vogatore di Silvia Comoglio

Come ogni anno, il Forum Anterem si terrà presso la Biblioteca Civica di Verona. Gli appuntamenti saranno ben tredici e si svolgeranno dal 7 novembre al 14 novembre 2015. Nel corso della manifestazione saranno premiati i vincitori del Premio Lorenzo Montano, XXIX edizione.

Nell’attesa, segnaliamo che vincitrice della sezione “Raccolta inedita” è Silvia Comoglio. La sua opera è stata pubblicata nella collana La ricerca letteraria delle Edizioni Anterem.

Il libro – di cui anticipiamo le poesie di apertura e la postfazione di Giorgio Bonacini – ha per titolo Il vogatore.

Antonella Taravella, da “La cromatica carne”, Libro Aperto 2013, nota di Davide Campi

I testi di questo libro si risolvono in forme prevalentemente brevi, quasi liquide, solo all’apparenza pacificate nella sintassi.

Al contrario, il lessico risulta improntato alla pura e semplice potenza: “rovine screpolate come dita”.

In questa prospettiva, nel tono piano dell’articolazione, le minime fratture e i piccoli spasmi di questa scrittura acquistano grande forza e potere disgregante e, soprattutto, sottolineante: “…una saliva di cose non dette/- ordinare le stoffe per dolore…”.

Giovanni Guanti, prosa inedita “Big fog”, nota di Mara Cini

Grande Nebbia. Palude. Crisi.

Giovanni Guanti sembra registrare una generale sfiducia nelle righe oziose di linguaggi sdrucciolevoli come pioli infangati che s’inabissano nell’insignificanza .

Eppure disseminati nel testo non mancano vocaboli che esprimono una residua positività del dire, una versione potabile della parola che, dunque, risulta elemento/alimento capace di ricatturare (…) riflessi di oro sporco e altri colori/sapori.

Roberto Valentini, poesia inedita “Anche il ricordo del tuo bel vestito”, nota di Ranieri Teti

Con la poesia di Roberto Valentini entriamo nella precisa fusione tra suono e senso; qui la forma del sonetto non è una rigida gabbia, il guscio entro cui abitare sopravvivendo poeticamente.

Nella capacità generativa della lingua convivono termini classici rivisitati e inedite aperture al senso.

Due sono i registri che Valentini ci apre: la portata emozionale del testo e, sullo stesso piano, la sua trasposizione al reale.

Marco Pacioni, da “Il bollettino dei mari alla radio”, Aguaplano 2014, nota di Rosa Pierno

Che sia quasi esclusivamente una scrittura che abbia come suo orizzonte la meta- poesia, lo dimostra il fatto che in Il bollettino dei mari alla radio, di Marco Pacioni, qualsiasi dato empirico viene riportato alla sua rappresentazione sia letteraria sia visiva, e lo stesso titolo in qualche modo ne rappresenta la cifra: “e naviganti e pescherecci arrugginiti / lungo le coste italiche / e putti soffianti i nomi dei vènti / sulla carta geografica immaginata”.

Stefania Negro, prosa inedita “Il pittore dei colori”, nota di Flavio Ermini

Il protagonista del racconto di Stefania Negro è un pittore. È un artista che si affida alla molteplicità dei colori per interpretare il mondo. Ma la vita gli riserva una sorpresa. A causa di un danno cerebrale la visione del mondo diventa improvvisamente in bianco e nero. Le foglie che cadono si sono trasformate in leggeri fiocchi di neve. Il mondo sembra sfuggire a ogni definizione. Ma a questa sorpresa se ne aggiunge un’altra. Pur essendo la realtà priva di colori, il “sentire” non è mutato.

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