Ranieri Teti

Giancarlo Fascendini

Il treno della sera

questa sera

davanti agli occhi improvvisa

la donna che parlava da sola.

L'oscurità€ uniforma le cose

io gioco

questa sera

a provocare l'inconscio


***

è€ tempo che ricordo come in gioco

gli amussis buris ravis sitis tussis

non le cose da fare dette prima

di averle tutte in mente ma non quella

e a un guardare aggiornato non capire

queste parti di aratro o la livella
 

Gabriella Becherelli

 

La Terra

Dalla terra nasce la storia. I nostri piedi si appoggiano per iniziare il cammino. La terra è€ confine, arrivo e partenza, gioco e contemplazione, è€ spazio e mutamento.


Francesco Russo


 

Da “Poesie della ricucitura” 
 

XI

Ti ho piantato nel verbo della foglia

sapendoti criterio di cadere.
 

XII

Dev’esserci, tra assennate caterve,

ancora un braccio teso alla morte.
 

XIV

Perdetti la mia giovinezza al fosso

dove colsi bei fiori dalle braccia

dei morti. Non dimentichi la morte

che tanto cresceva il suo passo antico

Francesco Fedele

Palabras y fronteras

 

Dietro le parole di odio

ci sono politici che vogliono spaventarti

dietro la maschera di odio

c'è solo la paura del confronto

dietro un gesto di odio

c'è solo povertà intellettuale.

Non ascoltare le bugie!

Non ti celare dietro una maschera!

Non dimenticare la tua umanità!

I confini sono solo

Francesco Cagnetta

 

 

Quanta terra c’è sotto

questo sottile strato di terra

per terra, sotto i miei piedi

quante foglie sotto le soglie.

E quanto azzurro, quanto sale

dentro l’acqua del mare

sotto goccia che goccia, quanto mare.

E quanto, tanto cielo

oltre il confine del cielo

quanto spazio aperto che diventa cielo.

E quanto rosso nel rosso del sangue

quante celle che si tingono

per aggiungere colore al dolore.

E quanta pelle, sotto la scorza della pelle

Fabio Poggi


 

Da Convesse, concave
 

scrivere inverno binario 4

finché non transitano foglie

l’aria sta ritta

di vetro


 

sopra la stazione

una chiesa avevano tirato su e in pochi

nelle stagioni a indurire

rasoterra parlavano


 

c’è voluto un ago

per gli anni da intagliare

c’è voluta una freccia

per ricamare

Danilo Grossi


 

La pelle sbucciata  
 

La pelle sbucciata,

nudo sulla strada

del mondo,

dove s’incontra

nessuno.

La parola cede

in un attimo,

sillaba soltanto,

lo sguardo rabbercia

l’attorno.

Il vento arriva

dall’infinito,

arcuando i fiori

che sbocciano

ai bordi, ai confini

della nostra proiezione.

Le caditoie del nulla

presto inghiottiranno

Anna Maria Pes

In transito

 

Vagone passeggeri Convoglio nel tunnel del vivere

Assonanze/Dissonanze nelle scelte (de)finite dell’Esistere

Accelerazioni/Rallentamenti nell’antitesi del quotidiano

Fumo/Nebbia Scelte offuscate

e…e…e…/o…o…o…affanno semantico ricerca di parola

 

Pendenze ripide Desiderio di ripresa Scambi obbligati

La valle lontana La cima tortuosa La stazione deserta

Angelo Mocchetti


 

Certo qualcosa

 

Certo qualcosa. Il silenzio

in faccia al nulla.

Un mare di ghiaccio sotto il sole,

lo stesso cielo fragoroso e chiuso

a ritornare al giorno

un patto di piccole eternità.

L’orologio di casa, una nuvola,

l’orto, il soffio, la ferita

di una vigilia spezzata

da una sillaba nel petto

a sentire la solitudine

ascoltare l’anima se esiste.

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