Ranieri Teti

Prima pagina: Cristiana Panella presenta e traduce Christophe Manon; audio animato dell’autore

Prima pagina: Cristiana Panella presenta e traduce « Segni dei tempi » di Christophe Manon ; audio animato dell’Autore

 

Marzo 2021, anno XVIII, numero 50

ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA

Susanna Mati: Per Flavio Ermini, “Edeniche. Configurazioni del principio”

Susanna Mati

Per Flavio Ermini, “Edeniche. Configurazioni del principio”

Moretti & Vitali, 2019

Edeniche di Flavio Ermini


La scommessa del rischioso dialogo tra filosofia e poesia si svolge da sempre, nell'opera di Flavio Ermini, lungo una strada impervia e ripidissima: la strada "verso la lingua primigenia dell'umanità, verso la parola originaria, ante rem" (p. 13). Ante rem è anche la parola chiave per penetrare in questa nuova raccolta di poesie, Edeniche, che procede a partire da quella forma di separazione che è l'inizio del tempo, anzi, come Ermini si esprime, il subire l'ingiustizia del tempo; o, per utilizzare invece il linguaggio della scienza, la caduta nello spazio-tempo, in questo tutt'uno al di là del quale risiede solo l'impensabile e indicibile mancanza di svolgimento e differenza. Ermini accenna dunque a questo non-luogo e non-tempo, a questa scena senza momento, con un linguaggio inflessibilmente alto, tenuto sempre sul registro massimamente elevato, e anche astratto; una poesia consapevolmente filosofica nel cui ductus s'impongono e s'imprimono con forza alcune immagini: lo zoo di pietra, l'erta del castello in aria, la rupe delle ali, l'ingannevole deserto, il giardino conteso, ma anche la terra dei petali e delle foglie e gli alberi fioriti per errore.

Una poesia, dunque, in cui l'utilizzo costante del lessico della filosofia occidentale, dei suoi lemmi fondanti, viene però sottoposto a uno straniamento poetico, nel quale insieme perde e acquista sensi. Perde la specificità tecnica, la designazione, l'attribuzione a un soggetto; acquista un'eco, una risonanza, un'ampiezza d'onda, una vasta impersonalità che si vuole quasi archetipica. Se si dovesse definire Edeniche con una sola formula, la si potrebbe chiamare una riflessione su ciò che si configura, fin dalle citazioni di Aristotele e di Simplicio che aprono il volume, come natura e come indefinito, temi cari alla poesia filosofica di sempre (basti pensare a Leopardi). Ma appunto, tutto questo riesce a rimanere qui suggestione poetica e intramatura, non discorso concatenato e dimostrativo: non logos, bensì mythos. "Quell'aurora che prende il nome antichissimo di natura" (p. 11): se la finitezza è differenza e dolore, questa poesia tenta il risalimento vertiginoso verso ciò che (perlomeno nell'immaginazione) precederebbe questo stato di separatezza. Il compito della poesia, dunque, secondo Ermini, è quello massimo possibile: "la riunificazione" (p. 12). Pur se fosse sempre mancante. Il linguaggio, infatti, è anche dolore: è il dolore della differenza, è indice di separazione; per questo Ermini cerca, "desituandoci dalle nostre abitudini cognitive" (p. 18), un linguaggio precategoriale, quel "pullulare pregerarchico delle parole possibili che premono dietro ogni parola nominante" (p. 12).

Importante è, in quest'ottica, il richiamo alla "fratellanza tra tutti gli esseri del mondo" (p. 10), di tutti i mortali. "L'essenza delle piante e del vento è la stessa" (ivi), scrive Ermini, il nostro essere è un essere-nella-natura; disoccultare significa "restituire all'indistinto ogni singolo vivente" (p. 21). La responsabilità di accorgersene e di agire in tale direzione ricade sui "figli della terra"; solo così sarà possibile superare la visione individualistica, egoistica, antropocentrica: è questo approdo di ritrovata indistinta comunanza, questo luogo d'intersezione di tutto con tutto, ciò che forse una volta è stato, nell'imperturbato pleroma divino o nel nocciolo densissimo del Big Bang, l'Eden del titolo.

Questa recensione è uscita su “L’Indice” di febbraio 2020

Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano

Da molti anni il “Montano” non si esaurisce con l’assegnazione dei premi: continua nel tempo la sua opera nel presentare e valorizzare gli autori premiati con menzione, con segnalazione, finalisti e vincitori.

Nel sito di Anterem avviene l’inserimento, nella visitatissima categoria “Antologia poetica”, degli autori premiati con menzione www.anteremedizioni.it/antologia_poetica_0 ;

nel periodico on-line “Carte nel vento”, sezione più frequentata del sito, sono pubblicati, con nota di lettura della giuria, gli autori segnalati, finalisti e vincitori, che vengono invitati a produrre audio/videoletture www.anteremedizioni.it/febbraio_2021_anno_xviii_numero_49 .

Questi stessi poeti e prosatori sono contemporaneamente ospitati nel canale Youtube del premio Lorenzo Montano con videoletture, cartoline animate, “corti” con voce recitante… www.youtube.com/channel/UCBoO6T-FWxf6-JRC7po9nEg.

Tutto rimane come certezza da molti anni, ma si amplifica con nuove idee e inedite prospettive.

Naturalmente, quando sarà possibile e sicuro, riaprirà il Forum Anterem, luogo fondamentale di incontro e condivisione.

In più, ed è la novità di questi giorni, dalla partecipazione al premio si avrà una corsia preferenziale per pubblicare, non a pagamento, con la nuova editrice Anterem www.anteremedizioni.it/prosegue_attivita_editoriale_di_anterem.

Scarica il bando della 35^ edizione

Francesca Fiorentin

Da, “Gli alfabeti intatti”, Arcipelago Itaca, 2017

 

***

 

27 dicembre 2016

 

Non due cicliche serpi

sette corali sommessi

sulle maiuscole che svellono

alfabeti e tradizioni e radici

sulla terza moneta mondiale

ordina,

elettiva nuvola,

l’arresto.

 

***

 

29 dicembre 2016

 

Rossastra sinopia

della mia arca

ridiscesa dal Nilo

alla petraia di canopi

Fabrizio Ferreri

Da “Corpo a corpo”, Ladolfi Editore, 2019

 

***

Forma inaudita dell’origine

il buio vive

più dell’immagine.

 

Frastornato frasario

ci hai posto

tra i nomi e il loro fogliame.

 

***

Ustione fino a diventare carne

ma lesa, lucida di crepe,

come niente a sé

trasecola

si confonde in trasparenza sul cifrato

evento, più addentro,

la recita.

 

***

Paolo Durando

Da “Pieghe del tempo”

 

***

FUTURA MEMORIA

Ci sarà un angolo di futuro,
una postazione, un'insenatura,
in cui sostare
per raccogliere gli anni
nel cavo della mano,
inanellarli in decenni,
in secoli, nel tripudio

della spuma dei giorni,

Ferdinando Distinto

Dalla raccolta inedita “Distanze a colmare”

 

Vorrei a volte vibrarmi

nell’aria. Bruciare

la distanza tra la mano

che libera il colpo

e la freccia che esegue.

Tra il comando

e il gesto che compie.

Almeno, credimi, mai

mi sono sottratto dall’essere

il bersaglio ferito

che tremante muove ancora

la mano a un altro colpo.

 

**

 

Posti al versante dei corpi

il pensiero si fa

Francesco Deotto

Da, “Nella prefazione d’una battaglia”, Italic, 2018

 

***

 

In effetti,

non ogni sera,

né ad ogni imbrunire,

arriverà l’ordine d’assecondare

le esitazioni del pavé.

 

Né ad ogni girovagare,

potremo esser certi

d’agguantare il grimaldello

d’un qualche pourparler.

 

Eppure,

anche senza garanzie,

anche senz’essere passati

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