Gennaio 2017, anno XIV, numero 33

Marco Furia su In-morte di Laura G.V. di Paolo Ferrari

Inusuali traguardi

Con “In – morte di Laura G.V.”, Paolo Ferrari presenta una raccolta dalla fitta persistenza verbale, accompagnata da intense immagini astratte.

Il primo verso è esplicito:

“Insidiosa realtà capziosa”.

Il poeta avverte la “realtà” come insidia: la realtà o il linguaggio degli uomini?

Ultima pagina: “Memento mori” di Fausta Squatriti, particolari e nota dell’Autrice

Memento mori, 2014

Memento mori sta ad una fase di ricerca degli ultimi anni, nella quale mi sento libera di fare quello che mi piace fare, e il disegno è tornato tra le mie mani sempre più come una necessità.

Davide Campi su Le cittĂ  antiche e altre poesie di Miro Gabriele, GB EditoriA, 2014

Miro Gabriele scrive in forme regolari, con molta attenzione alle metriche, ai ritmi interni, agli equilibri sonori. Ci sono spesso rime, non sempre esplicite, allitterazioni e assonanze (“Altra difficile dolcezza invernale/amore al buio, luce insostanziale…”) ma anche, talvolta, un uso assai disinvolto dell’enjamblement; il tutto totalmente asservito ad evidenziare il senso.

Davide Campi su Musa fitta nell’azzurro di Davide Argnani, Di Felice Editore, 2014

Davide Argnani è poeta di lungo corso e di grande esperienza.

La lingua della sua poesia è caratterizzata da rigore e coerenza, e questo libro ne è testimonianza diretta.

Davide Campi su Tagli di Marco Sonzogni, La Vita Felice, 2014

Marco Sonzogni pratica la poesia in modo consapevole e tutto, in questo libro, testimonia della profondità dei suoi studi e delle sue frequentazioni letterarie.

Davide Campi su Previsioni e lapsus di Luciano Mazziotta, Editrice Zona, 2014

La poetica di Luciano Mazziotta si esprime con successo in questo libro sia in poesia che in prosa poetica.

Davide Campi su La stanza nella stanza di Lia Rossi, Edizioni Tecnograf, 2014

Nelle scritture di Lia Rossi le parole emergono -come boe salvifiche, da un ipotetico caos- prepotentemente misurate all’interno delle geometrie di ogni pagina.

Sono parole del quotidiano che qui si liberano del tono dimesso a loro solitamente proprio per ridefinire usi e spazi: “una camera chiara il sogno/in segreto il segreto inonda l’acqua/crescono sui tetti le stanze…”.

Davide Campi su Testa rasata di Maddalena Capalbi, Moretti & Vitali, 2015

La poesia di Maddalena Capalbi parla lucidamente e sapientemente di violenza.

Si tratta di una violenza a prescindere, storicamente documentata, ingiustificabile, con un unico e inevitabile bersaglio. In essa non c’è niente di spirituale o teoricamente collocabile; è solo cieca e fisica. È contro il corpo della donna, e vi si accanisce fino al più definitivo epilogo: “…per questo hai abbracciato/i seni con rabbia/e pazzo d’amore/li hai riempiti di fori.”.

Rosa Pierno su boxing day di Pasquale Della Ragione, Edizioni Riccardi, 2013

Il testo sembra sembrerebbe una sorta di wunderkammer, se non raccontasse di un viaggio esistenziale. O la scena di un luogo appena abbandonato, ove al suolo, in maniera disordinata, siano restati piccoli insignificanti oggetti: piume, corde, ragnatele, fili, foglie, corolle, pietre, i quali richiamano alla mente concetti legati all’organico e al geometrico: distanza, nascita, crescita, perimetro, figura, equilibrio, ritmo.

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