Tommaso Lisa: Reset (doppio set di sette settine)

Reset

(doppio set di sette settine)
   in seni e rientri fratte
da istmi appaiono le isole
tra uffici e docks del porto
sull’orizzonte a giorno
cereo scolora il cielo
e oil terminal al vento
cloro e piscine e radar
in nebbia che dirada
a strisce flesse e fratte
per l’irritante sole
fra terre di riporto
i cartelli nel giorno
curvano l’oltrecielo
argentei dentro il vento
colloso sottovento
in tornanti digrada
l’asfalto e ferme effratte
scontrate sotto al sole
le auto verso il porto
occultano nel giorno
lunotti sotto al cielo
gli eurofighter in cielo
sibilano nel vento
in formazione rada
su necropoli e fratte
e off-shore scagliano al sole
tra scafi da diporto
sponsor in gare a giorno
tra crisofite il giorno
dirada gonfi in cielo
cumulonembi al vento
sopra la steppa brada
degli slum catafratte
dalle lenti da sole
dei militari al porto
jeep coi tanks di supporto
a guerre d’oggi giorno
antenne verso il cielo
e rondini nel vento
in trame di contrada
graffitate a spray fratte
le firme vuote sole
crew di skaters al sole
bassifondi del porto
il traffico ogni giorno
di fusoliere in cielo
tra voci chiocce al vento
sottomarini in rada
dighe foranee fratte
   codici a barre in fosco
tessuto arato a sbalzi
dalle robinie brulle
le involute sui colli
righe dei campi dietro
le postazioni a parte
lo sfondo al cielo immoto
zigzagare di moto
smog imbrunito e fosco
grigioferroso a balzi
di selve ingenti brulle
balle irte mucchi e colli
sopra i piazzali dietro
ad un tir che riparte
da altoparlanti a parte
suona un jingle remoto
e ambulanze nel fosco
pulvirulento in sbalzi
sirene bluastre brulle
zone e zombie tracolli
luminescenti dietro
insegne police dietro
a volanti appartate
e pattuglie di moto
tra le rinfuse e il fosco
inseguendo a sobbalzi
contrabbandieri in brulle
dune aride e tracolli
turbinano in decolli
gli elicotteri dietro
alla stazione in parte
rotta dal terremoto
sventaglianti nel fosco
saracinesche a balzi
per bonifiche brulle
frastornate le brulle
spiagge e i mugli sui colli
dal night-club chiuso dietro
gli ombrelloni in disparte
gialli gommoni in moto
con scafisti nel fosco
solcano il mare a sbalzi
grigi i gabbiani a balzi
planano in rocce brulle
guano burrasche crolli
di infrastrutture dietro
le impure scorie sparte
e un aerostato immoto
staziona in cielo fosco
  rotoli di alte reti
scuotono in scrosci al suolo
in porpora e oro fine
i dipluri dai rami
di stecchite piante oltre
basi nucleari scisso
tra scie di cirrostrati
in molteplici strati
slabbrati e cupe reti
arso il crettato suolo
in crepe e ghiaie e fine
l’intricarsi di rami
dal cimitero oltre
l’isolato rescisso
vira in verdeblu scisso
per alcali e acidi a strati
il cr 6+ in greti
su orti e banchine al suolo
nascoste dalla fine
stria di ossidati rami
cola in sintesi oltre
avariate scorie in coltre
viscosa viola scisso
vitreo il brago a strati
tumescenti e arboreti
diramano sul suolo
vibrando in modo affine
versicolori rami
tra i tetti di ferrami
sparsi su sponde oltre
spurî cascami scisso
e idistinto su strati
celle e rulli di reti
di fabbriche sul suolo
il laminato fine
e il pretrattato a fine
lavorazione in rami
d’assemblaggi posti oltre
questo increspato e scisso
susseguirsi di strati
tra gli impianti segreti
si ritorce sul suolo
in magazzini e al suolo
il fango e scoria fine
tra gru e putrelle e rami
in architetture oltre
rilieva un reale scisso
dai polimeri a strati
nelle invasive reti
   brusii in bassa banda
antri e alti altari tra anse
di database in diedri
settori e scansiti echi
elementari il tetro
nero circuito d’oro
ricalca un suono muto
scuro orrido spremuto
tra relé in ombra sbanda
driver dischi di danze
irti attrattori e diedri
dentro campionati echi
stampati in stretto tetro
flusso colore al fluoro
in card suonano in coro
le tracciature e muto
a alto voltaggio blanda-
mente rapprende astri e anse
in brevi brusii e diedri
foreste in suoni in spechi
deframmentando tetro
solchi e sorgenti al tetro
spandersi di ioni in oro
circuitato il premuto
tasto onde contrabbanda
triggerazioni oltre anse
e i resti di poliedri
bisbigli al plasma echi
nei video-tape altri echi
dal desktop dentro il tetro
siliceo spettro d’oro
di sinapsi ago muto
per celle in larga banda
tra arborescenti anse
pulsa oltre orli e diedri
in set suddetti i diedri
dentro agli espansi echi
rudi i rumori e il tetro
spunto di selce e cloro
rossastro nel bismuto
clonando in sarabanda
cavi coassiali in stanze
tubi al neon tiltati e anse
trasformatori in diedri
dilatati in micro echi
masse blu in buio tetro
cristalli e astri in atro oro
dentro dendriti muto
sistri e settori in banda
  vedute in controluce
di residence tra cose
formicolanti in varie
strade e curve nel terso
proliferare in giro
confondendo la spoglia
cifra di skyline e murmuri
di tv accese e muri
azzurrati la luce
si sgrana tra le cose
disposte in pose varie
dentro uno schermo terso
pixel slot bite a giro
nella silicea spoglia
delle schede si spoglia
in camera tra i muri
e gli armadi la luce
che staglia fioche cose
messe nel frigo varie
cogliendo il filo terso
dei contorni nel giro
di oggetti sparsi a giro
in una stanza spoglia
tra le muffe sui muri
vividi prismi in luce
allungano ombre e cose
in parabole e varie
insegne al neon deterso
dal temporale il terso
orizzonte in un giro
chiude una terra spoglia
con i pod dietro i muri
recintati nella luce
leucemica viscose
dai sensori in avarie
di strumentazioni varie
tracce di radon terso
odore acre in giro
di diossina che spoglia
fulvi i rovi sui muri
in crepuscoli e luce
riverberata in cose
mutate vorticose
accatastate e varie
stilla rugiade il terso
filo spinato in giro
sui gates veste e spoglia
la calce sopra i muri
di shelter calda luce
   spettrometriche spie
dai telescopi ai lati
cupole chiare a scacchi
di osservatorî in gusci
proiettano strie e file
sui dossi dietro i monti
cittadine nel verde
e l’afa d’ocraverde
secca asfittica in spire
sparge le nubi ai lati
di caseggiati a scacchi
miriapodi tra i gusci
dei cassonetti in file
attorniano i tramonti
lattiginosi i monti
rigati in grigio-verde
e i resti tra le spine
di ferri affastellati
gas acidi in scaracchi
sotto i fari tra gusci
effervescenti in file
le cave vuote e file
di atri teatri di monti
la moto al cross nel verde
che sgomma torba in spire
truce stremata ai lati
dietro recinti a spacchi
nella melma che sguscia
ai bordi chiuse in gusci
celesti luci in file
sulle piste oltre i monti
scandite in luce verde
tra gli infrarossi e spie
le scritte nato ai lati
su derive alte a scacchi
arbusti e luci e stacchi
e romboedrici gusci
nel buio fredde file
di radar sopra i monti
dove la terra e il verde
increspano luci di spie
soldati posti ai lati
e in cielo decollati
scintillano a scacchi
dopo rullaggi i gusci
di jet catafratti in file
i falò sopra i tramonti
barbagli in mezzo al verde
brividi e bluastre spie
  agglomerati in pace
siti presso una fonte
radioattiva la sera
tra punte di palme astri
riverberati dentro
al buio botro in zone
su cui stanno tra i raggi
di luna nei paraggi
elicotteri apache
posti sui pad al fronte
strati sterili a sera
e scavatori a nastri
nel giacimento dentro
i fanghi delle zone
dei derricks in azione
pozzi e gallerie a raggi
un bulldozer capace
che sta sbancando il fronte
tra gli hangar una serra
e i bunker su pilastri
e tubazioni dentro
flares di torce da dentro
gli oleodotti zone
con i monitoraggi
d’inquinanti rampe e space
frame in piste di fronte
a atterraggi di sera
di aerei-spia fra gli incastri
di barene olivastri
mucillaggini dentro
acri e salmastre zone
restano in scuri raggi
catrami senza pace
campi minati al fronte
nel caldo effetto serra
posti di blocco a sera
sotto agli infiniti astri
brillanti scorre dentro
tubi posati in zone
desertiche a raggi
il petrolio acre e pece
su rena e sabbia in fronte
a caserme la fonte
di fumi densi a sera
tra i soldati grigiastri
investe cortei dentro
mimetizzate zone
scuotendo a gruppi in raggi
bandiere della pace
   autostrade di notte
frangenti azzurre i campi
anabbagliando clivi
con flash fluorescenti e albe
nel riverbero stinto
di sterpeti e improvvisi
boati e esplosioni in nubi
friniscono tra nubi
per subsonici a notte
propulsori sui campi
e incursioni dai clivi
a bassa quota in albe
rivelano uno stinto
stabilimento e avvisi
di divieti tra i visi
mimetizzati nubi
offuscano la notte
da anticarro nei campi
e batterie sui clivi
fioriti in chimiche albe
stazioni meteo stinto
appare un indistinto
scavo edile divisi
azoti ossidi nubi
booster in stadi a notte
sganciati sopra i campi
da capsule e declivi
in immagini ir albe
su autoblindo tra scialbe
traccianti nel distinto
sparire d’indivisi
bagliori ufo le nubi
s’addensano di notte
la scoria imbianca campi
smottando in cretti i clivi
benne e antenne proclivi
ai crolli autosilo in albe
sfumate in uno stinto
seguirsi di preavvisi
di rossi stop tra nubi
nel cuore della notte
e logistici campi
corazzati tra i campi
minati che dai clivi
schermano in algide albe
fioco il bagliore stinto
di contraeree invisibili
missili tra le nubi
mentre scende notte
   lacrimogeni e carte
guerre urbane nel fondo
di vie i blindati e celle
l’assetto a scudo ferma
spari a salve fra i pali
registrazioni a chiazze
e interferenze radio
rumore della radio
risuona tra le carte
dei giornali lo sfondo
in vetrine e asticelle
di ponteggi che fermano
calcestruzzi coi pali
su attici i fiori a chiazze
nella scarpata chiazze
bruciate e brulle a gradi o
distributori e carte
il suburbio profondo
compresso tra le celle
di campo resta ferma
l’ira che svelle i pali
viali auto antenne pali
squatters in gruppi a chiazze
la mattina alla radio
la città è insonne e scarti
di graffiti fan sfondo
a un bus sotto facelle
che al supermarket ferma
intirizzita ferma
gente in quartieri e i pali
tensostrutture a chiazze
negli showroom le radio
tra i tendaggi e le carte
la pattuglia di sfondo
stornata da procelle
black-block chiusi in celle
la polizia che ferma
corduli infranti e pali
manganellando a chiazze
news di g8 alla radio
l’estintore tra carte
un morto cade in fondo
coi no-global a sfondo
pestaggi nelle celle
simmetriche aria ferma
il siderurgico i pali
campetti stenti a chiazze
impianti e raggi radio
per spente prese scart
  i terrazzi in un velo
dietro i palazzi in centro
un autobus che arriva
schiacciando cose a terra
carte e bottiglie rotte
ventoso alza una veste
nei viluppi del flusso
d’aria spinto nel flusso
che oscura sotto al velo
il cosmo senza centro
tecnici sulla riva
scavano nella terra
tra cavi e linee rotte
fluorescente la veste
antinfortuni investe
le file in mezzo al flusso
dei fari dentro il velo
di smog in vie del centro
e i rifiuti sulla riva
dal mare spinti a terra
tra le alghe e cose rotte
avariate e corrotte
tra gli inquinanti investe
il mutevole flusso
di merci quasi un velo
che stringe al centro
il black hawk in deriva
che svisa e scende e atterra
e la scura scia a terra
rintracia rette e rotte
tra casse e scatole e investe
l’ipermarket nel flusso
delle merci in un velo
di smog dal centro
si dirama verso riva
in catena corriva
tutto va sotto terra
nel gioco di ininterrotte
scene che investe
nel vento e sparge un flusso
di polverone a velo
spostando il baricentro
per i lavori del centro
il camion svolta e arriva
tra betoniere e terra
e calce in mura rotte
un alone riveste
il collidente flusso
dei versi in vacuo velo
   i lunghi attracchi a schiera
fregate chiatte brezza
sottomarini e schiuma
chiudono ormeggi in rade
ridde di radar sparte
tra i sonar sulla sponda
missili Trident in guerra
e fra trincee di guerra
oltre torrette a schiera
Boeing stanno nella brezza
e ferri e affusti e schiuma
affastellati a rade
maglie saldate e in parte
obsolete fan sponda
fotocellule a sponda
reticoli di guerra
è vietato da schiera
spinata iridea brezza
oltrepassare schiuma
a bolle il brago in strade
tra i cumuli in disparte
sotto a stelle in parte
l’asfalto che sprofonda
per cingolati in guerra
e le uniformi a schiera
bandiere nella brezza
la mimetica schiuma
che il marrone sorrade
su insenature e rade
sfuocate nella parte
a est i palloni-sonda
lasciano scie di guerra
gli aerei-spia a schiera
stratofortess in brezza
nerastra che si sfuma
e l’acquafan la schiuma
su riviere e autostrade
le strobo si dipartono
dalla disco alla sponda
bruciata nella guerra
racket di bande a schiera
armate spari ebbrezza
sugli spiazzi la brezza
leva cinerea schiuma
stralci e tabloid abrade
rossi occhi in ogni parte
ricevono di sponda
gli effetti della guerra
in tv i morti a schiera
   viluppi in foschi fumi
di raffinerie e nubi
rafferme in una forma
si addensano sui prati
tra cisti e auto in sosta
nelle pieghe del reale
un trattore spento
su zolle trite spento
ara le zolle in fumi
solchi e stridii tra nubi
rintraccianti la forma
d’opima terra ai prati
e i divieti di sosta
nell’atmosfera irreale
di alti pilastri il reale
sugli svincoli spento
il semaforo e i fumi
di tangenziali in nubi
giunture fuori forma
copertoni sui prati
rugginoso risosta
sgorga in bitumi e sposta
scoli acidi e iperreale
cumulo di coils spento
per materassi e fumi
ingrossa grasse nubi
tra assi marci che sformano
sfardellando sui prati
in lai rai dai bui prati
lucidi i led di sosta
la tradotta del reale
su di uno schermo spento
saettano i fuochi in fumi
matrici mute e nubi
protozoi in una forma
rappresi e scuri a forma
inquinanti nei prati
bifidi rami in sosta
macerati dal reale
oltre a un ammasso spento
tra le rovine e fumi
di proiettili in nubi
rosse galassie e nubi
ombre che il cosmo sforma
umide sopra i prati
scuri reparti in sosta
sul collasso del reale
e freddo frinire spento
le scene spente in fumi
   in fabbrica la nassa
rappresa i tenui fili
viscosi e scarti e resti
lavorati di vetro
in lamine e fogli e
il poliammide sparso
che cola nello stampo
le poliestere in stampo
stirato in grigia nassa
di canaline e fili
nel capannone i resti
tele screziate in vetro
lattice gomma a sfoglie
insuffla gas sparso
asettico tra le cose sparso
canceroso lo stampo
costretto dalla nassa
mixa additivi in fili
calandrati tra i resti
scure scaglie di vetro
e coadiuvanti a sfoglie
abscissione di foglie
sintetiche cosparso
si ripete lo stampo
di monomeri in nassa
craking fenoli a fili
saturi eteri e resti
addizionati in vetro
laminati di vetro
coloranti su foglie
lubrificante sparso
poliuretano in stampo
raffredda in una nassa
polivinile a fili
tra polimeri e resti
di propileni agresti
bianche schegge di vetro-
resina gonfiano foglie
stelle a spilli cosparso
termoindurenti in stampo
sulle falde la nassa
termo-processi e fili
quiete resine a fili
unici eterei resti
estrusi e orditi in vetro
negli stireni a sfoglie
e l’eposside sparso
attratto nello stampo
unito in una nassa
   porte tendaggi cose
all’ingresso in un lampo
la pareti di casa
crettate tra le croste
l’armadio appare vuoto
e dei cd la gamma
tra poltrone coi buchi
le macchie scure e i buchi
nello specchio le cose
dal pc in rete un lampo
password violate in casa
nel salotto le croste
di pane sparse e il vuoto
cavi seriali in gamma
l’evanescente gamma
dei prodotti e coi buchi
le giacche scarpe e cose
una cerniera-lampo
vestiti smessi in casa
s’attaccano le croste
tra cibi in sotto vuoto
lenzuola e un letto vuoto
sfatto e sporco la gomma
sui mobili e nei buchi
gli shampi in bagno e cose
peli e pettini un lampo
nei corridoi di casa
equorei umori e croste
sui soffitti le croste
e dentro il frigo vuoto
dai prodotti ingromma
confezioni coi buchi
cibi in cucina e cose
su stoviglie in un lampo
gli odori della casa
nelle stanze di casa
la moquette e le croste
tra cicche spente un vuoto
lampadario che inganna
in salotto ombre e buchi
gli ombrelli luci e cose
che svampano in un lampo
di pubblicità il lampo
un jingle nella casa
con stracci e moci e croste
ha il corridoio un vuoto
Aperto sulla gamma
muta di prese e buchi
per soglie intrecci cose