Alessandro Assiri: Nota teorica, Poesie edite e inedite

Credo che ogni parola oggi sia principalmente parola contaminata e che compito del dire poetico sia il ricondurre al tentativo di accasarsi in un senso . La cultura dell'accelerazione ci fa credere sia necessario evacuare emozioni, espellere da sé, quasi fosse una cultura del rigetto, l'imperativo di far spazio non per produrre significati, ma per introdurre speculazioni inservibili In questo scenario, la parola poetica diventa oggetto da smaltire, perdendo per strada la primaria funzione di essere destinata all'ascolto.

Fondamentale è prendere atto che in questa riconsiderazione del reale il pensiero è come costretto a pensare l'irrimediabile, frantumando l'intimità in schegge di malessere che diventa necessario catarticamente rigettare per sopravvivere, ma dire per non soccombere esaspera la parola facendola scadere in un grido che non dice che non chiede altro che aiuto.

Sembra che oggi sia diventato comprensibile solo diffondere o preservare, senza prestare attenzione a quale sia l'oggetto da difendere, a quale sia la merce che a ogni costo deve essere commercializzata. Ritengo che il poeta sia chiamato a cercare, oggi più che mai, di ritrovare autenticità, senza dimenticare che autenticità è darsi la possibilità di rintracciare il
percorso delle proprie idee.

Riportare la poesia all'ascolto, riportarla dove non arriva semplicemente perché non parte, perché perde di vista quel prerequisito che è quello di essere udibile. Ritrovarsi come bambini stupiti e non come orfani impauriti davanti a un testo è attribuire un senso chiamato: meraviglia. Ricondurre la
poesia allo stupore della rivelazione improvvisa è darsi in questo tempo una possibilità di riscatto.


Poesie inedite



1

Soltanto parla
ma è già senza vita
poco prima di essere abbattuto
un pensiero finalmente

2

 ...e a te che ti ricordi non riesco
mica a dire: sopravvivi

ma solo a tenere quel tono
scortese
adesso che l'attesa
rimarrà in eterno

sono solo sei scrupoli senza
senso

3

incontri improvvisi
per l'appunto
come amori tra l'asfalto
in imbarazzo
attieniti all'amore
luogo geometrico
di rapporti sciolti


Da “Modulazioni dell’empietà”, Lietocolle

2.

Accarezzai l'idea
molto prima del tuo viso
Misi da parte la velocità
di una vita invadente.
Scrissi la trama di un addio
con parole di niente.

15.

Le discese troppo corte
per sciogliere l’affanno,
assorbendo gli odori
di ruggine e polvere.
C’è sempre una parola
che respira in tutte le altre
come il bacio di una madre
prima di dormire
una carezza leggera che sazia la notte.

C’è sempre un segno verso la fine
una ruga profonda che ieri non c’era
una rondine che si appresta a partire
nell’accorciarsi di luce
della stagione finita.

18.

Io sono un incerto addio
Tutte le turbe dell'espulso
I malori del rigetto

Qualche acuto tenta di levarsi
Forse qualcuno vuole primeggiare
li riporto a un brusio
a un sommesso chiacchierare

se vivessi di spalle camminerei all'indietro
verso l'anonimato
un paio di spalle larghe
sovraccariche di vita
che si incurvano sotto un peso
una fatica.