Stefano Guglielmin, Sequenza di varianti senza poesia definitiva

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Stefano Guglielmin

In Come a beato confine (Book 2003, testo a p.45)

Variante

io Kosovo
chiara d’uovo
mina io di internet
di A&O di circolare
numero di libero
e password
io prefisso
io seme parola prato
arto malato
io che
io quando
io dunque
e stop

Definitiva

io seme parola prato
arto malato
io che
io quando
io dunque
e dunque tu
benedetto a sete e fame
a ruggine che in lievito muta
palpito e misura

In La distanza immedicata (Le Voci della Luna, 2006, testo a p.35)

Variante

in ogni verbo dove girano mano
e piede s'accampa una pietra
dura come la donna che si chiama
laura ma anche l'acqua l'olio o cavarsi
il seme ogni cosa in montagna
sfianca però poi rinasce stalla
lume latte da versare
prima che sia sole che sia malga
dove salgono i turisti e tu fra questi
per poca crosta patisci l'azzurro
rumore che fanno pelliccia
e scarpìne
ma resti qui sino alla fine salda
all’odore che viene senza pensiero
senza paura

Definitiva

in ogni verbo dove girano mano
e piede s’accampa una pietra
dura come la donna che si chiama
laura ma anche l’acqua l’olio o cavarsi
il seme ogni cosa in montagna
sfianca però poi rinasce stalla
lume latte da versare
colmo
proprio nel petto della vita
cieca a quella fretta che chiami giorno
e chiami notte e padre ed ogni altra
corsa fatta per noi
che caliamo a picco nella stessa storia
saldi al ramo che butta senza pensiero   
senza paura

Sequenza di varianti senza poesia definitiva (2004)

Prima stesura

senti la fame d'uscire
la fame del corpo
chiuso per fuga o rivolta
la casa intorno la culla come rinascere
volendo alle parole
                                dopo
e molti amici sovente
il loro farsi tastoni
qui camminare tastoni qui chiedere
giù sapendo ogni niente
per cadere ogni giorno un poco fuori
dalla fabbrica e un poco in ferie
oppure qui
con poesia e poesia e poesia
rotolando che è come parlare a tutti
ma viene peggio
il peso infatti non spiega
e resta dentro

Seconda stesura

senti la fame d'uscire
la fame del corpo
chiuso per fuga o rivolta
la casa intorno la culla come rinascere
volendo alle parole
                               dopo
e molti amici sovente
il loro farsi tastoni
qui camminare tastoni qui chiedere
giù
per cadere ogni giorno un poco
rotolando che è come parlare con tutti
ma viene peggio
il peso infatti non spiega
e resta dentro

Terza stesura

senti la fame d'uscire
la fame del corpo
chiuso per fuga o rivolta
la casa intorno la culla gli amici
sovente
il loro farsi tastoni

qui camminare tastoni qui chiedere
giù
per cadere ogni giorno un poco
rotolando che è come parlare con tutti
fino alla coda dei tempi
ma viene peggio
il peso infatti non spiega
resta dentro

Quarta e ultima stesura

senti la fame d'uscire
la fame del corpo
chiuso per fuga o rivolta
la casa intorno la culla
il loro farsi tastoni

qui camminare tastoni qui chiedere
giù
per cadere ogni giorno un poco
rotolando che è come parlare con tutti
fino alla coda dei tempi
ma viene peggio
il peso infatti non spiega
resta dentro

Stefano Guglielmin è nato nel 1961 a Schio (VI), dove vive e lavora come insegnante di lettere. Laureato in filosofia, ha pubblicato le sillogi Fascinose estroversioni (Bergamo 1985, premio “poesia giovane”), Logoshima (Firenze 1988), come a beato confine (Castelmaggiore 2003, premio Lorenzo Montano) e La distanza immedicata / the immedicate rift (Sasso Marconi 2006) ed il saggio Scritti nomadi. Spaesamento ed erranza nella letteratura del Novecento (Verona 2001). È presente nell’antologia Il presente della poesia italiana, curata da C. Dentali e S. Salvi (Faloppio 2006).