Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Michele Porsia, da “Bianchi girari”, Giulio Perrone Editore, 2011, nota critica di Rosa Pierno

Scegliere come antagonista della parola la morte è una scelta di campo che lascia all’interno dell’insieme scelto l’esistenza tutta. D’altronde, già Epicuro aveva detto che se c’era lui non c’era la morte e viceversa. Questa sorta di limite, di alterità, serve più a valorizzare l’esistente che il nulla.

Carlo Invernizzi, da una raccolta inedita, nota critica di Giorgio Bonacini

Uno degli aspetti più straordinari di questa raccolta di poesie è la compattezza e totale coerenza di un uso della lingua che cerca non solo una significazione generativa di meraviglia, ma tenta la trasformazione di sé in ciò che dice. E lo dice con una parola che vuole essere vista per essere ascoltata, in una visione sonora che attraversa il lessico per vedere ciò che il linguaggio comunemente non dice e dire ciò che la percezione ordinaria non vede.

Rita Florit & Alfredo Riponi, una prosa inedita, premessa di Mara Cini

Come in Un homme qui dort di Georges Perec, troviamo in Agrimensure una sorta di sfocatura, di dissoluzione percettiva .

La scrittura allora dimentica il suo essere atto comunicativo e diventa meccanismo e segnale di presenza, un’ossessione tattile e olfattiva indispensabile a delimitare memorie e stagioni, paesaggi e desideri.

Quando le mani strofinano parole sulla pelle si attiva la misura delle cose che, tra luce e ombra, permette di accennare a qualcosa della nostra realtà imperfetta. (m. c.)

Alessandro Catà, da “Continenti persi”, Moretti & Vitali, 2013, nota critica di Rosa Pierno

I testi di Alessandro Catà sono caratterizzati in maniera preponderante dalle marche temporali e dai luoghi. Naturalmente lo spazio implica il tempo e anch’esso è definito dalle direzioni: avanti e indietro, eppure, una spola mentale tenta di tessere fra gli oggetti una continuità che resta in ogni caso difficile a reperirsi. “Sei troppo avanti / o indietro, ma non ricordi / più, strana lingua di frasi / dette al contrario, cerchio / sull’acqua che non viene da / un sasso, ma si restringe”.

Martina Campi, da una raccolta inedita, nota critica di Giorgio Bonacini

In poesia distinguere tra voce e scrittura è un’operazione ardua, sia dal punto di vista concettuale sia da quello materiale. Si dice ciò che si scrive o viceversa? Probabilmente non è la distinzione nella manifestazione esterna che apre al fare poetico, ma forse, e più sottilmente, è riuscire a togliere, a nascondere, o ancor meglio a far scomparire la differenza, che nel procedere di un linguaggio così teso come quello della poesia, fa sostanza e conduce il senso.

Primerio Bellomo, una poesia inedita, nota critica di Marco Furia

Le forme del poema

“La rosa dell’assenza”, di Primerio Bellomo, è un elegante componimento la cui agilità espressiva non va a scapito di una pregnante intensità.

I tre versi

“ultimo esilio

di un fragile e sorgivo

unico dire”

rivelano, in modo non ambiguo, l’atteggiamento assunto dal poeta nei confronti del linguaggio.

Aprile 2015, anno XII, numero 27

Carte_nel_vento_numero_27

 

Dalla carta, attraverso la voce, alla rete. La poesia declinata al presente. Il presente (quello nascosto, quello assente, quello vero) detto in poesia. Senza stereotipi, nella libertà delle differenze. Come nei pressi di un confine. “Al di qua c’è lo scacco, la morte del soggetto, al di là c’è il Nomos, la Necessità. La poiesis si fa nella miseria e nella caducità dell’esserci, per portarsi nel regno intermedio, oltre il quale c’è il nulla” ci ricorda Aldo Trione. 

Primerio Bellomo, Martina Campi, Mauro Caselli, Alessandro Catà, Rita Florit & Alfredo Riponi, Carlo Invernizzi, Michele Porsia, Viviana Scarinci, Italo Testa, Silvia Tripodi, Paola Zallio ci conducono in questo luogo sorvegliato dal silenzio, in cui è possibile prolungare il sentire.

Molti dei poeti di questo nuovo numero di “Carte nel vento”, tutti finalisti e vincitori del “Montano 2014”, sono stati presenti al “Forum di Anterem” del novembre scorso. Tutti sono introdotti dai redattori della rivista. In attesa degli autori del 2015, ricordando che fino al 15 aprile è possibile inviare i materiali al Premio (scarica il bando della 29^ edizione), auguriamo buona lettura.

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In copertina: Laura Fortin, L’absence

Convocazione assemblea dei soci 3/2015

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