Ranieri Teti

Paola Ballerini, poesie inedite da “L’alfabeto, lo sciame”

Paola Ballerini, poesie inedite da "L’alfabeto, lo sciame"

 

 

se non sanno scortare

questo tempo senza minuzie

le sillabe sono nebbia reato

del corpo privo d’asse

esattezza perduta apnea visiva

quella mancata presa

sulla superficie delle cose

proprio mentre falangi

di buio avanzano a ritroso

verso la sponda dell’inizio

 

 

da La statura dell'ombra

 

***

I

Ghérasim Luca, da “La Fine del mondo” con una nota di Alfredo Riponi e Rita R. Florit

Ghérasim Luca, La Fine del mondo, Joker edizioni, 2012, a cura di Alfredo Riponi, trad. di A. Riponi, Rita R. Florit, Giacomo Cerrai.

 

Dicembre 2013, anno X, numero 21

Carte_nel_vento_numero_21

In questo nuovo numero di “Carte nel vento” presentiamo otto autori, portatori di diversi momenti del linguaggio, selezionati nell’ambito dell’edizione 2013 del Premio Lorenzo Montano.

Nella varietà delle forme e dei pre-testi, nei mutevoli margini del senso, attraverso le opere inedite di Paola Ballerini, Doris Emilia Bragagnini, Viviane Ciampi, Chetro De Carolis, Llanos Gomez Menéndez, Pietro Pisano, Lisa Sammarco, Antonio Scaturro, questo premio si conferma ancora una volta terreno fertile per la poesia, la prosa, la prosa poetica.

Da altre terre e da un altro tempo giunge la voce di Ghérasim Luca che apre il numero: per Deleuze il più grande poeta del secolo scorso. Da altri mondi, nel rapporto della parola con l’arte e la materia, giungono le “meteoriti” di Oronzo Liuzzi.

Buona lettura, buon 2014 con la nuova 28^ edizione del Premio Lorenzo Montano.

scarica il bando della 28^ edizione

In copertina: Oronzo Liuzzi, “Meteoriti di poesia”

Alessandro De Francesco, “Ridefinizione”, La camera verde 2011

ancora discendendo si immette giù per il tubo una

clessidra di vene e la sacca che potrebbe contenere

tutti ma prima è necessario liberare i fatti dalle cause

sta guardando il paesaggio dal treno in galleria

somiglia alla polvere come se fosse possibile tornare

nel vano scale bianco sul pianerottolo vuoto

passavamo dal parco premevamo l’interruttore

l’ingresso di finto legno illuminato a timer un

lavoro di emersione

 

Paolo Ruffilli, “Affari di cuore”, Einaudi 2011

Il letto

 

Il letto per l’amore

è un campo di battaglia

del mistero:

vi dura la pace

nella guerra e nel conflitto,

più si è morti

più si vive meglio

da risorti

e, colpendo,

ognuno

vuole essere trafitto.

Il sacro vi si infanga

e si bestemmia,

salvato

nel suo essere violato.

Chi cattura

vuol farsi prigioniero

e la ragione è sempre

di chi ha torto.

Qualsiasi arma

Antonio Pietropaoli, “Dissezioni”, Oèdipus 2011

Dissezioni

 

dapprima si verifichi il grado di tolleranza

alla discussione, alla critica, alle intemperanze.

poi si prendano le misure più adeguate,

le posizioni più opportune – mai al centro

della scena, piuttosto ai margini, in angolo

(da dove si domina la scena).

ci si disponga quindi ad osservare

interloquire rimuginare interagire,

come tra perfetti estranei.

infine si proceda al primo affondo

un’incisione netta, qui, dove non circola

Luigi Fontanella, “Bertgang. Fantasia onirica”, Moretti&Vitali 2012

Solo restai con me stesso

e di lontano mi trafisse un grido

come uno sghignazzo d’un uccello nero

che volava sopra le rovine. Per terra

era rimasto un quadernetto (un pegno, forse?)

dimenticato da Gradiva. Lo sfogliai

trepidante guardando i disegni a matita

della Pompei antica e di colpo pensai

nulla si dimentica

senza una nascosta ragione.

 

 

 

Marco Ercolani, “Sentinella”, Carta bianca 2011

Disegno sul muro con temperini spuntati, città inutili e favolose,

composte di nuvole o di foglie. Di quelle città, dove sono sveglio

e dove dormo, sono io la sentinella.

Le vedo, circondano il precipizio: sono montagne reali.

Non conoscere le risposte e non comprendere le domande: sapere.

Ogni realtà rinvia a realtà ulteriori, tangibili come la polvere nell’aria.

Se la luce che arriva sul foglio fosse tanto forte da cancellare le parole...

 

 

 

Francesco Marotta, “Esilio di voce”, Smasher 2011

scrivi strappando chiarori di pronome

dalla voce la luce malata

che s’innerva al rantolo

di un verbo scrivi con lo stilo

di ruggine che inchioda l’ala

nel migrare anche la morte

che sul foglio appare dal margine

di sillabe di neve s’arrende alla caccia

al sacrificio necessario

dell’ultima lettera superstite

 

 

 

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