Maria Allo su “Liturgia dell’acqua” di Daìta Martinez, Anterem edizioni 2021

Daita Martinez: Liturgia dell'acqua

Il titolo della raccolta La liturgia dell’acqua di Daìta Martinez ha il carattere iniziatico della metafora contenuta anche nell’incipit: “Muovo indietro un momento dalle mani e/ c’è un albero di ciliegio anche s’è inverno/ e me di un silenzio distratto spoglio…”(pag.11) La poetessa si sottopone a un rituale battesimale (l’acqua è elemento di purificazione e rigenerazione) per effetto del quale a lei (di qui il carattere iniziatico) è concesso il privilegio di un rapporto particolare e diretto con l’essenza più profonda della natura umana. Il gesto corrisponde a quello compiuto dagli oracoli e dalle sibille nel mondo antico che interpretavano la volontà degli dei lasciando che il vento disperdesse subito i segni del loro messaggio in modo da salvare l’ineliminabile segreto e, come la veggente del mondo antico, la poetessa non può sciogliere del tutto il segreto che avvolge le cose. Arrivata a sfiorarne l’essenza, è in grado solamente di riferire per frammenti ciò che ha intuito per improvvise illuminazioni. “caduta nell’acqua dall’acqua una cicala/ è silenzio indaffarato a memoria il vento/ sperduta gentilezza d’attimo che sfugge…” (pag.17). La Martinez si pone dunque come tramite fra il mondo degli uomini e il mondo della verità: la sua è dunque una missione di conoscenza e di testimonianza allo stesso modo la poesia permette di attingere alle profondità della parola, portando alla luce i segreti che il mare dell’esistenza nasconde negli abissi. “vuoto dolcissimo vuoto il melograno/ s’immerge nel fondo quasi altezza la/ vergine accuccia una nenia sul prato…” (pag. 13). Unico e originalissimo è anche lo stile caratterizzato da un predominio assoluto della parola, cui attraverso la disintegrazione delle unità metrico-ritmiche tradizionali è affidata l’altissima responsabilità per restituire alla parola la sua pregnanza vergine e sacrale, caricata di tutta l’energia della sintesi, esplodendo di luce come un grido avvolto nel silenzio della pagina bianca” la liturgia dell’acqua / pianissimo la bocca/ quasi un senso nudo…(pag.21).

Ogni lettore di un testo poetico guarda al contenuto e mira a comprendere che cosa l’autore vuole comunicare. Ma la lettura dell’opera della Martinez suggerisce che le cure della sua ricerca non vanno soltanto al tono, agli accenti, alla forza ritmica dei testi che scrive ma anche a una piena libertà cromatica del linguaggio, aspetti questi che concorrono a creare la musica della poesia.

L’esperienza originaria da cui si sviluppa l’ opera della Martinez è infatti l’organizzazione armonica delle parole in unità complesse( i versi, le frasi, la punteggiatura ) e non si tratta di una ricerca formale fine a se stessa : la sperimentazione prosodica e metrica sono state impiegate come strumenti per mettere in risalto il valore evocativo e il valore primitivo di ogni parola, ciò che essa è( il suo suono e il suo significato) quando viene pensata e scritta nella sua magica purezza, nella sua nudità.” era stato il silenzio a conficcare l’uva/ era stato il silenzio a scoppiare le ore/ mentre sbocciava a guancia l’apostrofo/ sull’acqua provocata per inconsistenza/ d’un rigo a uno stretto cappotto stretto…(pag.23). Dalla parola poetica così cercata e riconquistata, così nuda, così sola, si vede generarsi il ritmo delle immagini e una lettura il più possibile vicina, diventa la figura di quel ritmo, secondo una metrica interna variante da lettura a lettura e la lettura varia secondo l’animo e l’estro, come dice De Robertis, in uno dei suoi saggi. La natura più profonda del linguaggio poetico, in questa splendida raccolta, è l’energia pura, l’istinto vitale che restituisce un valore autentico a una realtà che sembrava aver perso ogni valore “la fioritura del ciliegio l’incantesimo/ di una cantilena e nella danza di una / trottola il vento tutto sul viso di aziza …” (pag.51). La raffinata architettura sonora impreziosita e come illuminata da significativi accostamenti analogici che accompagna tutta l’elaborazione della Liturgia dell’acqua è lo strumento in grado di valorizzare il nucleo più autentico dell’insopprimibile mistero posto al fondo della conoscenza.