Dicembre 2006, anno III, numero 5

Leopardiane letture

Per nulla avaro di stimolanti proposte, risoluto nel trarre conseguenze gravide di suggestive implicazioni, Tiziano Salari, con “Sotto il vulcano. Studi su Leopardi e altro”, presenta una raccolta di saggi la cui brillante compostezza appare diretto esito d’ interiore perspicuità.

Già nell’ articolata introduzione vengono rese esplicite le strutture portanti: la definitiva uscita “dall’ antica querelle che contrapponeva il poeta al filosofo”, tipica di un’ “egemonia culturale” neoidealistica tendente ad “esaltare il poeta e svalutare il filosofo”, il desiderio di “ricondurre ad unità” non soltanto le (pretese) diverse anime, ma anche il “molteplice universo”, con sapiente scrupolo esplorato, sviluppo di una non comune esperienza poetica, la scelta di “non classificare Leopardi sussumendolo ad un tutto, come se fosse scontata la conoscenza di tutte le possibilità dell’ essere dell’ uomo”.

Mirabili contatti

Lungo una poetica galleria, il cui peculiare fascino sembra provenire tanto dalla sapiente versificazione quanto dall’ oggetto della stessa, ci accompagna lo storico dell’ arte Toni Toniato, i cui ben scanditi accenti, non privi di brillante smalto, tendono, per precisa scelta, ad eliminare quell’ opprimente barriera talvolta frapposta, complici limitanti convenzioni, tra osservatore e opera.

Non è impresa così ardua giungere a godere appieno dell’ arte moderna, suggerisce il Nostro, a maggior ragione se si può disporre , come accade al lettore di “Dediche”, di esperta guida, capace d’ indicare, con garbata fermezza, percorribili vie tramite cui uno sguardo consapevole, infine libero da certi affliggenti schemi, trova spontaneamente il proprio spazio di suggestiva fruizione.

Sapienti brevità

Eleganti e concise appaiono le intense scritture di Alessandro Ghignoli in “Fabulosi parlari”.

Di “parlari” certo si tratta, poiché il “frammento”, qui, lungi da opporsi all’ “intero”, pare piuttosto “parte” in grado di richiamare il “tutto”, l’ ampio spazio bianco non comunicando senso di vuoto, bensì disponibilità a dare seguito alla scrittura (i testi, non a caso, vengono presentati uno ad ogni inizio pagina e non, come spesso accade, di seguito, con stacchi).

Dotato d’ indubbie capacità evocative, l’ autore non attenua mai il proprio deciso gesto, conferendo alla raccolta una compattezza indicativa di atteggiamenti coerenti nella struttura, quanto esposti  alla suggestione di usi linguistici dalla peculiare ritmicità.

Triestini riverberi

La scrupolosa “indagine sulla poesia triestina del secondo Novecento” di Luigi Nacci, il cui titolo, “Trieste allo specchio”, preannuncia il rigore di esplicite conclusioni, si svolge secondo canoni quasi statistici, sulla base di risposte fornite ad un questionario da centodieci poeti.

Nel prendere atto della volontà dell’ autore di esprimere le proprie (pregnanti) opinioni, non si può evitare di porre l’ accento su un approccio che, partendo “dalla mancanza di un apparato critico organico” riferito al periodo, trova nel “criterio geografico”, cui viene sovrapposto un fitto reticolato, maniera di fornire elementi utilissimi: opzione tesa ad una sorta di “oggettività”, risultante del tutto in grado di produrre i suggestivi esiti richiamati dal titolo.

Un apparente moto

Con “ Il moto apparente del sole. Storia dell’ infelicità”, Flavio Ermini mostra come il confine, non semplice superficiale demarcazione, consenta esplorazioni a chi sappia percorrere ardui itinerari: rendere palesi possibilità di ulteriori analisi pare essere il presupposto dell’ opera.

Occupata una postazione di frontiera, il Nostro, conscio del fatto che al di fuori del perimetro linguistico nulla di pensabile può sussistere, non si nega alla sfida del rendere testimonianza, il più possibile, di quanto il suo acuto, partecipe, sguardo riesce a cogliere: compone, così, un articolato testo dall’ intensa valenza evocativa con il precipuo scopo di strappar via gli ottenebranti veli da cui la comunità dei parlanti è spesso avvolta.

Vividi enigmi

Ad una biologia del dire allude, con sapiente determinazione, “OM AFILOSOFIA AFILOSOFISM” di Martino Oberto, il cui “spensiero” risulta rivolto verso origini vissute quali immanenti all’ attualità della pronuncia, le opere presentate testimoniando di gesti tali da sottoporre ad indagine la stessa facoltà di nozione.

Agli autoritarismi d’ inadeguati canoni si ribella, coerente, lungi da ogni ordinario circuito, l’ articolato, suggestivo, lavoro di un artista che, insoddisfatto di schemi in uso comune, consapevole dell’ impossibilità di rappresentare l’ ineffabile, decide di fondare, nonché di costruire, peculiari idiomi nel cui àmbito presenze magmatiche, non prive di richiami a (destabilizzate) consuetudini, conferiscono corpo e, assieme, lucidità ad istanze espressive irriducibili.

Davide Campi, la parola e il suono

La sera del 14 Ottobre, nell’Auditorium del Conservatorio di Riva del Garda, era di scena la musica nel suo rapporto antico, privilegiato e non occasionale con la parola.
E quindi la valenza sonora del testo poetico nella teatralità estesa della pronuncia orale e il suo rapporto con l’evocazione assoluta del suono originale, articolato e frammentario della composizione contemporanea.

Un concerto e un evento organizzato dallo stesso Conservatorio in collaborazione con la rivista Anterem.

I testi di riferimento erano quelli dei vincitori dell’ultima edizione del Premio Montano,  di Flavio Ermini e Ranieri Teti della redazione di Anterem e di Andrea Zanzotto.

I poeti di “Percorsi del dire†2006

Silvia Accorrà, Valentina Albi, Francesco Arleo, Gladys Basagoitia Dazza, Armando Bertollo, Melania Bortolotto, Brunella Bruschi, Davide Antonino Burgio, Simone Cangelosi, Luigi Cannillo, Roberto Capuzzo, Roberto Castelli, Nadia Cavalera, Maria Grazia Chinato, Gianfranco Coci, Roberto Cogo, Silvia Comoglio, Erminia Daeder, Alessandro De Francesco, Luca Del Punta, Pasquale Della Ragione, Adele Desideri, Vincenzo Di Oronzo, Luca Dorizzi, Giusi Drago, Roberto Fabris, Francesca Farina, Roberto Fassina, Gian Carlo Ferraris, Daniela Fini, Alfio Fiorentino, Miro Gabriele, Maria Grazia Galatà, Andrea Gigli, Piera Giordano, Rosalba Granuzzo, Elisabeth Jankovski, Renato Job, Sergio La Chiusa, Michele Lalla, Maria Lanciotti, Nicola Licciardello, Anna Laura Longo, Cristina Lorenzutti, Alberto Mari, Riccardo Martelli, Laura Mautone, Emidio Montini, Ornella Mori, Luigi Nacci, Josephine Pace, Maria Rosa Pantè, Paola Parolin, Jean-Claude Pelli, Anna Maria Pes, Daniela Piazza, Renzo Piccoli, Fabio Ricci, Margherita Rimi, Luca Rizzatello, Natalia Rizzi, Stefania Roncari, Enea Roversi, Serena Savini, Silvana Savio, Elena Scoti, Domenico Settevendemie, Gladys Sica, Lucy Simonato, Abdelmalek Smari, Pietro Spataro, Eva Taylor, Liliana Tedeschi, Alberto Teodori, Marzia Tòdero, Iole Toini, Liliana Ugolini, Adam Vaccaro, Pietro Vian, Marco Zamana, Maria Grazia Zamparini, Silvia Zoico.
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