da Biografia di Gabriella Druidi

Da “Biografia”

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Ora io fino alle pietre la seggiola buia senza tornare indietro a quell’ora del giorno o notturna non sentirò più niente non vedrò più niente finito con le mani i barattoli lo stecco di legno portati via da tutti i venti nel soffio di un’epoca arcaica meglio un poco più recente quando gridi e risa quando chiuso nel capannone avendo seguito il percorso al suo solito con la chiave evitando i cespugli di guardia al gregge ad arrivare fin là con il suo passo lungo non gli ci vogliono più di trecentocinquanta secondi. Molti di meno a me che non mi sono mossa e calcolando un secondo per passo con una svista di pochi istanti costretta a trascurare la zona esclusa e non solo a quell’ora senza uscita ma seguente nel vortice di foglie sui vetri infranti e il volo sui tronchi di certo ripetuto a seconda dello stato d’animo o memoria degli alberi sfreccianti e di questa sosta che non finisce. Ma devo raccontare più in fretta altrimenti la storia diventa evidente e contestabile. Nessun finale. Si vede dai giri e rigiri sulla pista. Non per ancora ma per necessità io ignoro non soltanto la seggiola bianca ma il silenzio e l’immensità che parevano diventati il pretesto nascosto.

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