RicercaPremio MontanoSostieni la poesia Indica il Tutti i tag di Anteremtags in Biennale AnteremForum
anno 2007: Percorsi del dire 2
anno 2004: Officina della percezione 1
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Il nuovo libro di Flavio ErminiNovità editorialiSono stati pubblicati da QuiEdit gli Atti della giornata di studio dedicata dalla Biblioteca Civica di Verona e da Anterem a “Lorenzo Montano e il Novecento Europeo. Gli interventi qui riuniti sono di Giorgio Barberi Squarotti, Flavio Ermini, Gio Ferri, Claudio Gallo, Maria Pia Pagani, Tiziano Salari. Curatore degli Atti è Agostino Contò, a cui si deve l’introduzione al volume. Viaggio attraverso la gioventù di Lorenzo MontanoViaggio attraverso la gioventù di Lorenzo Montano viene edito per la prima volta da Mondadori (1923). Successivamente l’opera sarà pubblicata da Rizzoli nella collezione B.U.R. (1959), con un saggio di Aldo Camerino (1901-66). Tale saggio viene riproposto in questa terza edizione, che si presenta arricchita da una biografia e una bibliografia aggiornate, a cura di Claudio Gallo, oltre che da una riflessione interpretativa di Flavio Ermini. Premio speciale della giuria Lorenzo MontanoNell’ambito del Premio Lorenzo Montano XXVIII edizione il Premio Speciale della Giuria "Opere Scelte - Regione Veneto" è stato attribuito dalla Giuria del Premio a Luigi Reitani La poesia del pensieroIntervista con Flavio Ermini a cura di Antonio Ria Flavio Ermini è stato intervistato da Antonio Ria il 15 gennaio 2013 negli studi di Milano della RSI / Radiotelevisione svizzera – Rete 2. Nuclei centrali dell’intervista sono stati: il suo ultimo libro Il secondo bene (Moretti&Vitali, 2012) e la poetica della rivista “Anterem”. Contenuti più vistiChi è on-lineCi sono attualmente 0 utenti e 3 visitatori collegati.
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Sabato 13 ottobre 2007 ore 11:00 - Estetiche di AnteremEstetiche di Anterem: Rassegna internazionale di videoart provenienti da Ungheria, Brasile, America, Austria, Congo, a cura di Sirio Tommasoli Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival. Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival, la rassegna di quest’anno propone opere ispirate dal disagio del vivere che emerge nel mondo della globalizzazione. Naturalmente sono immagini e voci diverse come diverse sono l’arte, la cultura, la storia e la sensibilità di ogni autore. Ma il disagio del vivere è uno, in un passaggio epocale che coinvolge tutto il mondo con effetti di allarmante sincronismo. In alcuni di questi video, la macchina da presa è come si ponesse con decisione fra l’autore e il mondo: una sorta di protesi infedele, capace di aggiungere o sottrarre elementi allo sguardo, filtrandolo e costringendolo nella scelta stretta dei piani di ripresa, nell’angolo parziale delle inquadrature, nell’assoluta soggettività dei tempi e dei ritmi imposti alle sequenze. In altri, è come se la macchina volesse annullarsi per aderire il più possibile allo sguardo che si rivolge alla realtà “così com’è”: una verità “specchiata” negli occhi dell’autore, che discende forse dall’automatica semplicità con cui si guardano le cose, dall’esperienza unanimamente condivisa del vedere che induce a condividere lo sviluppo visivo del tema, a ritenere universalmente condivisibile anche il prodotto-oggetto della visione stessa, che però qui diventa narrazione o poesia delle cose. Lo sguardo è un’azione soggettiva, temporale e temporanea, che nei frame di alcuni autori si fa protagonista della lettura stessa dell’opera, il filo rosso che disegna il diagramma emotivo del suo scorrere. In altri, è un elemento della scrittura filmica che tende allo zero, ma non per questo è assente: vibra con insistenza sulla superfice della “realtà specchiata”, porge le cose “così come sono”, crude, dolci o violente, forme sature o sfumate, mute o immerse nel loro brodo sonoro o, ancora, in sonorità altre. (ore 11 – 11,20) Nella prima opera che proiettiamo questa mattina, “Shaking life” di Péter Vadócz, la vita frenetica e ripetitiva riempie lo schermo di movimenti concitati al limite del paradosso, che sfilano e si rincorrono dall’alba alle luci della notte sul ritmo della musica di Zsolt Mátyus. In “Girl climbing trees”, La ragazza che si arrampica sugli alberi, di Jared Katsiane, è una voce “familiare” fuori campo che guida il ripetersi di questo infantile e comune gesto di libertà, del tutto negato a chi subisce una guerra. Mentre le più famose porte del cinema di Hollywood si aprono e chiudono in “Doors” di Karim Hammer e David Krems, sbattendo a volte rumorosamente per segnare la soglia che ci proietta verso o contro l’altro. I quadri successivi sono del video di Wilfrid Massamba, che muove il suo sguardo alle 7 di mattina per le strade di Amman e registra le diverse voci del mondo che raggiungono le case della città attraverso radio e TV. Molto diversi dai quadri di “A rosa” di Gordeeff: fiore che nasce in una favelas, quest’opera animata è dedicata al più grande sambista popolare, Agenor de Oliveira, detto Cartola per il cappello di carta da muratore che portava sempre sul capo. Questa è la successione dei 5 videoart: SHAKING LIFE di Péter Vadócz (Ungheria 2006), interpretato da Tamás Gyurka e Ildikó Vogl, con musica di Zsolt Mátyus. Durata: 3’. GIRL CLIMBING TREES di Jared Katsiane (USA 2006), interpretato da Danika Rumi. Durata: 4’. DOORS di Karim Hammer e David Krems (Austria 2006), con musica di Bernhard Hammer. Durata: 3’. A ROSA di Gordeeff (Brasile 2005), con musica di Leandro Lima & Marquinho “Eddie Murphy”. Durata: 2’40”. 7.02 AM di Wilfrid Massamba (Congo - Giordania 2006). Durata: 6’40”.
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