Viola Amarelli, da “Il cadavere felice”, Edizioni Sartoria Utopia, 2017, nota di Flavio Ermini

 

L’impossibilità di mettere a fuoco le cose, e definirne i contorni e i particolari, si rivela come luogo d’incontro con il sé.

Si esplicita in un peculiare gioco di specchi e di cornici mobili. Impone al lettore di abbandonare lo stato d’immobilità e di lanciarsi in avanti, perché la chiave del pensiero va sempre trovata nella fluidità dell’erranza.

Quella che Viola Amarelli propone è una poetica che ha trovato la sua filosofia in quelle forme che, proprio per la loro indeterminatezza, richiedono parole assolutamente precise.

Sono parole su cui si fonda un poema scandito in due momenti: uno sguardo sull’esterno che preannuncia lo sguardo verso il proprio interno; e uno sguardo sull’estraneo che anticipa lo sguardo sul familiare.

 

 

Dalla sezione “Cronache”

 

*** 

le belle parole

le giuste

le sufficienti

quelle necessarie

finiscono nello stesso

punto dove nascono.

il silenzio – sipario


 

Dalla sezione “Dèmoni”

 

***

vi vedo dietro il vetro,

non vi tocco, un lucido delirio

l’urlo muto, pesci:

chi è il morto

morto morto morto

fare il morto sull’acqua

vivo

passa il sale

sale le scale avvolge il suono

emette e squaglia

gioia

per poco

siate siate

gioiosi

l’intento tenace
 

non s’ulcera più

lo sbrego, diruto
 

l’io spiritato,

arso, scomparso


 

***

aveva cuore, il sufficiente

ma l’anima, oh
quella, era venduta
e ne avvertivi

perfino in bocca

perfino tra le cosce

pallida l’evanescenza,

ammalorata.


 

***

uno sciame di mediocrità

ronzanti sulla polpa - quel che resta –

sull’osso, ma

il cadavere - dicono - felice
 


Viola Amarelli, campana, ha esordito con la raccolta di poesie “Fuorigioco” (2007, Joker), seguita dal monologo “Morgana” (2008, Vico Acitillo e-book), dal poemetto “Notizie dalla Pizia” (2009, Lietocolle), “Le nudecrudecose e altre faccende” (2011, L’arcolaio), i racconti di “Cartografie” (2013, Zona), le poesie di “L’ambasciatrice” (2015, autoprodotto) e di “Il cadavere felice” (2017, Sartoria Utopia), le prose in prosa di “Singoli plurali “(2016, Terra d’ulivi) e, in veste di co-autrice, “La deriva del continente” (2014, Transeuropa) e “La disarmata”(2014, CFR). È presente in numerose antologie, riviste cartacee e on line, suoi testi sono stati tradotti in Germania.