Una riflessione di Roberta De Monticelli

Gianfranco Draghi

Una riflessione di Roberta De Monticelli su due saggi, recentemente ripubblicati, di un nostro grande contemporaneo: Gianfranco Draghi (http://www.gianfrancodraghi.it/), filosofo, autore fra l’altro dei primi saggi importanti sul federalismo europeo, poeta, psicoanalista junghiano che fu terapeuta di Fellini, artista multiplo, amico di Cristina Campo (è da poco uscita per Adelphi la raccolta di lettere a lui diretta, Il mio pensiero non vi lascia, Adelphi 2011).

Si tratta di due scritti che risalgono proprio a quegli anni, che anzi sembrano proprio esprimere “il canto della giovinezza e insieme il canto dell’addio alla giovinezza” di cui parla Pieracci Harwell a proposito delle Lettere – ma di una giovinezza molto saggia e molto attenta, come dirà la stessa Campo. Secondo la propria degnità - Leon Battista Alberti e Simone Weil, Raccolto Edizioni 2011 raccoglie due scritti, rispettivamente del 1949 e del 1958, che riletti oggi stupiscono per la pregnanza e insieme l’agio con cui affrontano e illuminano le principali questioni che agitavano anche la giovinezza della nostra Repubblica, ma soprattutto nutrivano la speranza di una rifondazione della civiltà europea. Perché sono ancora le nostre questioni, tutte. Fra morale, economia, politica e vita dell’anima. Attraversano l’intero ambito del pensiero pratico e del giudizio di valore, e parlano ai ragazzi di oggi con forza oggi ancora più evidente – nel generale silenzio degli intellettuali di oggi su quello che più importa – di quanto parlassero ai ragazzi di ieri. Le utili note di Arturo Colombo, Filippo La Porta e Lucio Levi rendono ancora più agevole e arricchente questa lettura.