Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Cristiana Panella, videolettura con animazione della prosa inedita “l’amore mendica e ripete”, premessa di Mara Cini

 

ero venuta a dirti

 

È una trina il testo di Cristiana Panella, un pizzo lacerato, umido, macchiato, costellato di punti di sutura.

È un abito di sirena ferita e sporca con la coda di pece.

Oronzo Liuzzi, da “Lettera dal mare”, Oèdipus 2018, nota di Rosa Pierno

Un testo che potrebbe essere considerato una polifonia teatrale, assorbendo, la voce narrante, migliaia di voci, le quali vengono trascinate sulla scena, tutte travolte dalla stessa condizione esistenziale. È, infatti, “Lettera dal mare”, immersione in una delle tragedie della contemporaneità: la necessità di emigrare. Oronzo Liuzzi riesce a immaginare le condizioni insopportabili a cui i migranti devono sottostare e a fare nostri i loro pensieri.

Ilaria Biondi, audiolettura dalla raccolta inedita “Madri dolorose”, nota di Laura Caccia

Offrire parole

Come può la parola dare voce ad atrocità e strazi al limite dell’indicibile? Facendosi gemito e balbettio oppure lingua razionale di analisi o ancora, piuttosto, sussurro intenerito che offra un diverso sguardo, un altro dire nel toccare il dolore?

In Madri dolorose Ilaria Biondi, nelle sue venti storie poetiche, lasciate nude, di madri abusanti e abusate, maltrattanti e maltrattate, riesce a portare la sofferenza ad altezza e leggerezza tali da consentire di trovare parole che possano musicarne il respiro.

Gianluca Asmundo, audiolettura dalla raccolta inedita “Lacerti di coro”, nota di Laura Caccia

Nel periplo umano

Si muove in un’erranza spaesata la raccolta Lacerti di coro di Giovanni Luca Asmundo, quasi un periplo intorno all’umano: una mappa di attese e di ipotesi, una rotta smarrita e desiderante, disillusa e dolente, che l’esordio ipotetico della maggior parte dei testi evidenzia: “se inerti giaceremo senza terra // lacerti di coro noi saremo / di sagome disarticolate / danzanti su crinali impietosi”.

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