Flavio Ermini

Giorgio Bonacini, Oscurità (parte quinta)

Bisogna, dunque, interrogarsi sul senso della poesia ad un livello più basso, più letteralmente terrestre. Com’è possibile la sua esistenza? Cos’è che rende così perfettamente sicuro (e imme-diatamente sensibile) un avvenimento tanto lontano? Ho a dispo -sizione un suono: nient’altro.

Flavio Ermini: La civiltà della parola e del segno

1. La distrazione
Da tempo l’uomo è privato del suo centro. Le risorse tecniche gli hanno oscurato lo spirito e lo hanno abbandonato in un mondo gremito di oggetti. Qui l’uomo è costretto a coprire il ruolo ambiguo di chi simultaneamente rifiuta con desiderio e accetta con timore.

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