Marzo 2011, anno VIII, numero 14

Lorenzo Gobbi, saggio inedito “La rosa ultima”, con una premessa di Mara Cini

 

Focalizzato sulla parola rosa, sul messaggio che il simbolo della rosa rappresenta per Rilke (e per molta cultura occidentale) il testo di Gobbi allude in realtà a una rosa multipla dove ogni facoltà sensoriale è messa alla prova. Dove petali-palpebre si chiudono alla vista, petali-pagine si sfogliano con le dita, petali-mantra ci accompagnano frusciando. Petali che profumano o riposano dolci nei vasetti di marmellata.

Luca Salvatore, da “deadcityradio”, Arcipelago 2008, con una nota di Rosa Pierno

Viene da pensare ai limiti del linguaggio, percorrendo i meandri del libro di Luca Salvatore “deadcityradio” e meglio sarebbe dire affondando nelle sabbie mobili e aggrovigliandosi nelle liane presenti nella stratificata foresta “cultura”, forse vero soggetto della silloge. Tali percorsi linguistici potrebbero causare l’immobilità dell’incauto lettore, non fosse altro perché è una scelta non disperdere nulla, nulla lasciare alle spalle, tutto necessariamente richiamare in uso per tentare la totalità.

Tiziana Gabrielli, poesia inedita “Il cerchio oscuro”, con una nota di Marco Furia

In "Il cerchio oscuro. Trilogia dell'erranza", componimento, articolato in tre sezioni, di Tiziana Gabrielli, proprio l'erranza appare enigmatica entità con cui la poesia, nel suo svolgersi, s'identifica per via di calibrate successioni verbali volte a considerare il linguaggio medesimo quale proprio oggetto.

La pronuncia
"il senso
nel controsenso
di uno stare che è già un distare"
costituisce, con evidenza, attenta riflessione sulla natura dell'idioma.

Enrico De Lea, da “Ruderi del Tauro”, L’arcolaio 2009, con una nota di Rosa Pierno

Pare, leggendo la raccolta di Enrico De Lea “ Ruderi del Tauro”, di sentire sulla pelle il meriggio opprimente e arso di una campagna senza vento, in quelle ore lunghissime il cui il tempo si dilata fino a divenire un miraggio e le cose, perdendo il senso della contingenza, risultano irrorate dalla passione del percipiente che associa a ogni sostantivo un inatteso attributo volto a frantumare tale compatta ambientazione per innestarla con un’atavica memoria: “ Passio omiletica della cava / virtù, porge l’uovo della diruta / casa, passato l’oltre de

Antonella Doria, inediti da “Millantanni”, con una nota di Giorgio Bonacini

La poesia contemporanea, si sente dire, è talmente oscura da essere incomprensibile e perciò poco frequentata dai lettori non specialisti. Ma questo, noi crediamo, è un sentimento diffuso che parte da una premessa stupida (il senso deve essere evidente) e arriva a una banalizzazione totale: e cioè che la poesia debba essere comunicazione. I poeti sanno quanto ciò sia falso e quanto lavoro di scrittura e di pensiero ci sia in ogni singola parola.

Marzo 2011, anno VIII, numero 14

Carte nel Vento 

periodico on-line del Premio Lorenzo Montano

a cura di Ranieri Teti

 

 

 

 

 

 

 

 

 


del Premio Lorenzo Montano

 

a cura di Ranieri Teti

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