Sabato 27 ottobre 2007 ore 10,00 - 10,30 Rassegna di videoart giapponesi

Estetiche di “Anterem”
Rassegna di videoart giapponesi
a cura di Sirio Tommasoli

Realizzata in collaborazione con il San Giò Festival, anche la rassegna di questa mattina, come quella del 13, propone opere ispirate dal disagio del vivere che emerge nel mondo della globalizzazione. Si tratta di otto videoart di artisti giapponesi, giovani e tutti realizzati nell'ambito dell'animazione dell'immagine. Animazione ottenuta utilizzando il computer ed elaborando l'immagine a partire dal segno grafico.

Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).

Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).
Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).

Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).

Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).

Frame tratti da The naked ape di Daihichi Hashimoto (2006).


La produzione commerciale giapponese di questi ultimi anni ha invaso il mercato con la distribuzione nelle reti televisive di serial animati, divenuti un riferimento nella cultura delle ultime generazioni. Sono prodotti rivolti soprattutto al pubblico giovane con una politica di marketing molto aggressiva, che ha coniugato i protagonisti delle storie rappresentate con il lancio e l'offerta mondiale di giochi tradizionali ed elettronici, oltre che di sofisticati apparecchi di visione interattiva destinati all'utilizzo dei videogiochi, individuando e diffondendo in tal modo elementi forti della comunicazione e della cultura visiva coordinati con prodotti industriali spinti nella direzione del mercato globale.

Sono messaggi che generalmente poggiano sugli archetipi della crescita e dell'evoluzione della personalità, soprattutto sulla necessità di affermarsi e sul desiderio di potenza che si realizza delegando al pupazzo-alterego il ruolo dell'azione, con il recupero e l'uso di figure di una semplificata mitologia giapponese: un mondo di eroi che trionfano sul male, trovando, nel fine, la giustificazione alla violenza adottata sia nei modelli di comportamento propri del rituale e dei ruoli che nell'intreccio e nello sviluppo delle storie.
Nel videogioco la delega si articola in un ulteriore processo che, consentendo un parziale controllo soggettivo dell'azione, enfatizza il ruolo virtuale del gioco fino a sovrapporlo all'azione medesima, provocando nuove definizioni di spazio e di tempo che confondono la percezione della realtà delle cose e presentano aspetti psicologici e sociologici ampiamente studiati e dibattuti.

Le opere di questi artisti, invece, sembrano voler tornare all'origine del disegno animato, alla forza evocativa che possiedono le figure della fantasia, della memoria, dell'inconscio, del sogno, nei processi analogici con cui prendono vita, muovendosi e quindi separandosi dalla mano dell'autore per invadere lo spazio creato dal loro stesso divenire, dal mutare delle forme più che dal fluire della storia.
Sono immagini virtuali, per definizione, perché generate per mezzo di computer, ma reali, perché appartengono alla realtà dell'arte. Non rappresentano la realtà, ma la creano rappresentando se stesse, nel continuo rinnovarsi del complesso itinerario della rappresentazione artistica delle idee.

Questa è la successione degli 8 videoart:


BoNES (Ossi No B.S.E. No alla sindrome di "mucca pazza") di Shinsaku Hidaka (2006).
Durata: 2'45".

THE NAKED APE (La scimmia nuda) di Daihichi Hashimoto.
Durata: 1'50".

DEER MODE (Come un cervo) di Junpei Mizokava, autore anche della musica.
Durata: 1'40"

POST MAN (Il postino) di Keiko Moritsugu con musica di Yoshiko Mori.
Durata: 7'

BAD MORNING MAMA (Cattiva giornata mamma) di Daisuke Imai con musica di Kazuki Inoue.
Durata: 4'25"

THE LINE MAGIC BY RED AND BLUE (Il filo magico del rosso e del blu) di U. G. Sato.
Durata: 3'30"

SCRAPLAND (La terra dei rottami) di Hiroshi Sato con musica di Makoto Miyata.
Durata: 4'45"

PIECE ( Frammento) di Yusuke Kovanagi con musica di Taro Ishida.
Durata: 2'50"