Sabato 27 ottobre 2007 - ore 18:40 - Giovanni Fontana, Voci in movimento: “Frammenti d’ombre e penombre”

[…] Che cosa rappresenta l’ombra? Intanto, direi che l’ombra nel suo continuo cambiamento tiene fede alla sua caratteristica polimorfa. Inoltre, il ruolo ambivalente dell’ombra si può ricondurre, penso, all’ambivalenza stessa del suono: il suono-segno è l’ombra della cosa, la sua parte apparentemente secondaria e tuttavia non meno reale. In esso si apre lo spazio di libertà di un uso autonomo e svincolato, ma anche la pesante coltre di un tessuto che invade la vita con le dimensioni dominati della sfera comunicativa. E questa contraddizione mi sembra indicata dallo statuto intermedio e doppiamente incerto delle “penombre”. Proprio qui si situa la novità e l’importanza del lavoro recente di Fontana. Dopo aver ricapitolato nell’ampio volume su La voce in movimento (edito nel 2003 da Harta Performing & Momo)  tutte le principali direzioni “storiche” delle operazioni verbovisive, ora proprio la vocazione al “movimento” conduce l’autore oltre gli steccati di genere ad un allargamento che contempli il confronto con i feticci e i poteri della semiosfera (e quindi con le concrezioni dei significati) abbandonando ogni illusione di innocenza ludico-infantile e ogni delibazione puramente estetica della sonorità. Ora, magari in connessione con la musica e sulla scena del teatro, la poesia sinestetica vuole giocare “a tutto campo” la sua partita con il mondo dei segni e dei valori. Francesco Muzzioli, da “il verri” n° 34, maggio 2007

Giovanni Fontana

Le dinamiche trasversali e interattive della voce in movimento, che esplora il tempo e costruisce lo spazio di nuove scritture antagoniste, procedono in senso rigorosamente intermediale. Lo sguardo nomade riunifica l’ascolto contaminando i territori delle arti. Tra senso e insensatezza lo sconvolgimento dei diagrammi acustici si fa corpo di scrittura. Ma il flatus non alimenta più la facile onomatopea marinettiana, né  passa per mere musiche fonetiche; qui una hypervox teatrica riapre gli orizzonti del senso.

GIOVANNI FONTANA (1946)

Architetto, poeta, scrittore di teatro e autore di romanzi sonori, è un poliartista. Si occupa di intermedialità e di sinestesie. È il teorico della “poesia pre-testuale”, scrittura in forma di “progetto poetico” da ri-testualizzare in performance come ultratesto trasversale, tessuto sinergico alimentato da polifonie intermediali. È invitato ai più importanti festival internazionali di poesia e di arti elettroniche in Europa, in America, in Oriente. È autore di scritture visuali e di incisioni fonografiche. Sulla poesia sonora ha pubblicato diversi saggi in Italia e all’Estero; tra questi si colloca il volume La voce in movimento (con allegato CD, Ed. Harta performing & Momo, 2003). Ha curato per la rivista “Il Verri” il CD Verbivocovisual. Antologia di poesia sonora 1964-2004. Ha fondato la rivista di poetiche intermediali “La Taverna di Auerbach” e l’audiorivista “Momo”. Ha fatto parte della redazione di Tam Tam  e del gruppo Baobab. Attualmente è redattore delle riviste internazionali Doc(k)s  e Inter. È direttore di “Territori”, trimestrale di architettura e altri linguaggi. I suoi ultimi “pre-testi” sono raccolti in Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005).