Charme e kairòs è il titolo dell’intervento che Lorenzo Barani (filosofo, docente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) ha svolto nel corso degli eventi legati alla cerimonia conclusiva del Premio Lorenzo Montano, il 17 novembre 2012.
È un intervento affascinante; che tocca temi cari ad Anterem e ai nostri lettori; temi all’incrocio tra poesia e filosofia. Lo proponiamo sul nostro sito a tutti coloro che non hanno potuto ascoltarlo dalla viva voce di Barani.
Da sempre filosofia e poesia sono destinate all’incontro, a un dialogo tutt’altro che semplice perché passa attraverso l’intercettarsi di forme diverse di tempo, un intersecarsi di differenze temporali apparentemente irriducibili. Il taglio dell’attimo, che batte in sé e fuori di sé, è al contempo sia farsi presente di ciò che appare sia processo del suo disparimento. In esso la filosofia legge l’intervallo, il da…a, il farsi argomentativo del pensiero necessario. Dentro al medesimo taglio del tempo, la Poesia ascolta la gratuità felice della parola esatta. Due voci diverse dello svelamento del donarsi del tempo che proprio in quei differenti luoghi fa risuonare la sua formidabile bellezza che è prodigiosa potenza dell’ulteriorità dei divenire. Charme è, dunque, bellezza; ma è anche seduzione – bellezza seducente.
Presagire la trascendenza come scarto interno al divenire, questo è il dono del kairòs e, al contempo, è lo charme dell’esistenza.
L’Eterno ritorno dell’Uguale e il “pensiero abissale” di Zarathustra non sono una riproposta del tempo ricurvo, circolare (Aiòn) di stampo greco e pagano in opposizione al tempo rettilineo cristiano-borghese (Chronos). Del resto, già nel pensiero dei greci Aiòn e Chronos erano complementari e non opposti. La redenzione a cui Zarathustra guarda si contrappone soprattutto al carattere di durata continua che soggiace a entrambe i modelli di temporalità in questione. L’annuncio di una nuova esperienza del tempo, intorno a cui gravitano tutti gli altri momenti della dottrina nietzscheana, non risiede nella ripresa del flusso ciclico del divenire. Zarathustra rivolge il suo sguardo “pieno di terrore” ai suoi discepoli quando incontra quell’autentico pensiero abissale che è l’Attimo (Kairòs). Il tempo “cairologico” di Nietzsche è il pensiero dell’Attimo, in cui si eccede il corso lineare del tempo, la durata. Il tempo come insieme di occasioni, ‘grappoli’ di eventi. Nell’eterno ritorno, la volontà è Amor fati, ma questa volta amore per il ritorno dell’eterno, il ritorno degli Attimi. Anche nelle opere Nietzsche Aiòn è il nome del fanciullo eracliteo che ripetutamente ricrea il divenire e rinnova i casi del mondo.
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