RicercaPremio Lorenzo MontanoIn evidenzaLa redazione di Anterem consiglia di leggere/ascoltare nel Web queste pagine: • In "Versante ripido" un'intervista di Paolo Polvani a Flavio Ermini. • Poesie di Mara Cini sul n. 20 di "Chicago Quarterly Review" • Videoconferenza di Roberto Caracci e Flavio Ermini su "Il giardino conteso" • Il video della lettura di Mario Campanino al Forum Anterem Giorgio Bonacini: Sequenze di ventoGiorgio Bonacini (1955) ha fatto parte del gruppo d’arte e poesia “Simposio Differante”. Dal 1989 è redattore di “Anterem”. Tra i suoi libri di poesia: Teneri Acerbi (1988), L’edificio deserto (1990), Il limite (1993), Falle farfalle (con A. Pellacani, 1998), Quattro metafore ingenue (2005). Dopo sei anni di silenzio, Bonacini torna a proporci una nuova opera poetica: Sequenze di vento, Le voci della luna, 2010. Rilke e la natura dell'oscuritÃL’ultimo lavoro saggistico di Flavio Ermini si configura come un profilo letterario assolutamente inedito di Rainer Maria Rilke. Il volume ha per titolo Rilke e la natura dell’oscurità ed è pubblicato da AlboVersorio, 2015, nella collana “Studi” diretta da Erasmo Silvio Storace. Giorgio Bonacini e Marco FuriaSegnaliamo l’uscita di due nuovi eBook:
Giorgio Bonacini, Inediti, Poesia 2.0, 2015 Marco Furia, Scritti Echi, La Recherche.it, 2015 Due poeti di “Anterem” propongono i loro nuovi lavori. D’altro canto di Laura CacciaOpera vincitrice “Raccolta inedita” Premio Montano, XXVI ed. Coppie improbabili di Rosa PiernoEdito da Pagine d’Arte, Coppie improbabili di Rosa Pierno presenta 14 artisti la cui collocazione temporale copre un arco che va dal Rinascimento al Novecento e si articola in un confronto a due a due degli artisti attraverso polarità Ì€individuate sia per contrasto sia per affinità (...) Flavio Ermini "Il giardino conteso"L’ultimo lavoro saggistico di Flavio Ermini – Il giardino conteso, Moretti&Vitali, 2016 – ci porta a un passo dall’esperienza originaria dell’esistenza e ci indica che testimoniare e custodire il senso di tale esperienza è un compito al quale non possiamo sottrarci. Viaggio attraverso la gioventù di Lorenzo MontanoViaggio attraverso la gioventù di Lorenzo Montano viene edito per la prima volta da Mondadori (1923). Successivamente l’opera sarà pubblicata da Rizzoli nella collezione B.U.R. (1959), con un saggio di Aldo Camerino (1901-66). Tale saggio viene riproposto in questa terza edizione, che si presenta arricchita da una biografia e una bibliografia aggiornate, a cura di Claudio Gallo, oltre che da una riflessione interpretativa di Flavio Ermini. Poesia Europea ContemporaneaL'antologia Poesia Europea Contemporanea è un volume che promuove una meditata ricognizione sulla molteplicità di esperienze letterarie messe in opera nell’Europa del secondo Novecento. L’antologia chiama in causa autori e testi che nella contemporaneità non temono di esporsi alle pulsioni in atto nella parola, al mistero di un’alterità che sfugge a qualsiasi presa e possesso. Giuseppe Ungaretti e Paul CelanSul numero 87 di “Anterem” (dicembre 2013) abbiamo pubblicato alcuni frammenti poetici di Giuseppe Ungaretti con la traduzione a fronte in lingua tedesca di Paul Celan. Per ricordare Pascal GabelloneMontano, Montale, UngarettiSegnaliamo ai nostri lettori due saggi di Agostino Contò sui carteggi di Lorenzo Montano con Eugenio Montale e con Giuseppe Ungaretti, apparsi sul sito https://independent.academia.edu/AContò Alejandra PizarnikAlejandra Pizarnik, nata a Buenos Aires nel 1936 da famiglia di origine ebrea, muore tragicamente per overdose nel 1972. Tra le maggiori autrici in lingua spagnola, ha pubblicato La última inocencia (1956), Las aventuras perdidas (1958), Árbol de Diana (1962), Los trabajos y las noches (1965), Extracción de la piedra de la locura (1968), Nombres y figuras (1969), El infierno musical (1971). In Italia, ricordiamo l’antologia edita da Crocetti La figlia dell’insonnia (2004), a cura di Claudio Cinti. La poesia del pensieroIntervista con Flavio Ermini a cura di Antonio Ria Flavio Ermini è stato intervistato da Antonio Ria il 15 gennaio 2013 negli studi di Milano della RSI / Radiotelevisione svizzera – Rete 2. Nuclei centrali dell’intervista sono stati: il suo ultimo libro Il secondo bene (Moretti&Vitali, 2012) e la poetica della rivista “Anterem”. Contenuti più vistiChi è on-lineCi sono attualmente 0 utenti e 0 visitatori collegati.
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Numero 73Numero 73 (dicembre 2006)![]() EditorialeL’esperienza della percezione Gli uomini sono ossessionati dall’opinione che hanno delle cose, più che dalle cose stesse. Epitteto Tra le molteplici dimensioni in cui siamo gettati, e a cui non ci possiamo sottrarre, c’è quella dell’essere destinati a fare esperienza. Ciascuno di noi è gettato nel tempo ed è condannato a crescere. Il che vuol dire riconoscere che siamo solo un punto tra i tanti, una particella impersonale in un universo sterminato. Il soggetto non appare più come identità, ma come limite mobile. Si estingue come principio costitutivo del sapere per scoprirsi correlativo ai confini che esplora e alle scelte che compie. L’esperienza della percezione: ne danno conto i poeti a cui si apre questo numero di “Anterem”. Accompagna i loro testi un nucleo di riflessioni che modula lo stesso tema dal punto di vista filosofico: sotto il profilo del tempo, della parola e della memoria. Ne sono autori Carlo Sini e i collaboratori della cattedra di filosofia teoretica della Statale di Milano. Le cose sono nel raggio dell’attenzione. Ma, come ci dicono i poeti e i filosofi, non se ne coglie mai con esattezza l’essenza. L’uomo conosce soltanto segni vuoti, non le cose in se stesse. Per conoscerle sono necessari all’uomo una mediazione (il linguaggio), delle leggi (quelle della ragione), l’osservazione (attraverso i sensi). Va da sé che l’uomo può conoscere solo la propria ombra (data dal linguaggio, dalle leggi, dai sensi) che lui stesso frappone tra sé e le cose. E con la parola può esprimere solo la propria opinione. La parola non si aggiunge alla parola per dare estensione allo spazio delle cose, ma per modificare la situazione che si era venuta a creare tra le parole precedenti. Ci segnala che qualcosa si aggiunge a quanto già sappiamo. Parola dopo parola, la mutazione del punto di vista linguistico introduce una mutazione del punto di vista psichico, infrangendone la fissità. Queste incessanti variazioni ci fanno capire che l’io narrante va subendo una crescita. La successione verbale non genera architetture, né dona alle cose luce maggiore. L’io narrante ne è consapevole: non mira al possesso scalare dell’oggetto: lo dà semplicemente come irraggiungibile. In un certo senso, egli è un interprete del principio di variabilità. Il tempo dell’aggancio alle cose diviene un gioco interminabile di avvicinamenti e allontanamenti. E di scoperte minime, che, pur raggruppate, forniscono una somma solo parziale di dati. O una somma totale insensata; essendo l’ingrandimento di un solo addendo: quello più evidente per l’occhio che si muove sul mondo. Il risultato ultimo, ammesso che ci possa essere, è sempre aleatorio. E quando circoscriviamo quello che ci sembra essere prossimo al vero, avvertiamo ancor più che il nostro calcolo richiede una revisione, che quasi sempre richiede il congedo dall’abituale modo di vivere e pensare. Eppure, quando l’io narrante arriva a mettere a rischio i fondamenti del proprio sapere, a sfasciarne la logica, a distruggerne i più ovvi punti di riferimento, riesce a mettersi in contatto per un momento con l’essenza delle cose. Ma attenzione, non la cosa, dunque, ma l’essere di questa nel modo in cui di volta in volta si dà. Per cui, non di ridondanza dobbiamo parlare, ma forse di balzi percettivi. La poesia, quindi, non acceca l’intelletto per consolare il cuore… «La vera via» scrive Kafka «passa per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo. Sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa». Ma è la via più aderente alle cose. E l’io narrante non si stanca di ricercarla. In direzione di un nuovo “qui” e di nuovo “adesso”, lo spazio indagato torna a esplodere interamente allo scattare di ogni istante. Fa intuire un altrove che non si sa mai dove sia. Chi guarda, comprende che è fragile, smarrito: sul punto di essere soltanto nell’atto di scrivere. Chi scrive mostra la sua terra insicura, il suo cuore incerto. L’opera poetica si costituisce propriamente come un disegno del pensiero. È formata da parole la cui successione evidenzia che il cielo circoscrive solo se stesso e che sulla terra la desolazione è compiuta. Ma in pari tempo delimita un habitat in cui, sia pure con disagio, è possibile vivere. Come può accadere? Un costante diniego letterario – il divieto di esistere, se non come linguaggio – trattiene questi lembi di vita fantomatica in un mondo di frammenti e di cose disperse. Qui l’io narrante avanza con tanta ignoranza. Ma solo qui può cadere la sua scelta, anche rischiando che la sua azione resti illeggibile. Ogni sforzo di comprensione totale non può emergere che da questo sfondo abissale, dal caos, quale apertura, spalancamento, disponibilità per tutti i sensi; nell’estremo tentativo di attingere un’ulteriorità di senso nel fluttuare dell’indeterminato. Ne è ben cosciente Spinoza quando scrive: «La perfezione delle cose deve essere valutata soltanto in base alla loro natura e potenza; le cose non sono più o meno perfette perché dilettano o offendono i sensi degli uomini, o perché favoriscono la natura umana o la avversano». Dentro la costante dell’inaffidabilità in cui si trova ad agire, l’io narrante cerca un’ossatura. Se non c’è, la inventa, in quel fondo di mistero che è la cosa; soprattutto perché vuole andare oltre gli oggetti imitati, oltre la loro fattezza esteriore, il loro fenomenico darsi secondo questa o quella modalità. Nel forte ramo dell’esistenza, egli mette un incavo dove collocare o nascondere il tempo della nostra esperienza; consapevole che la scelta non è più tra verità e menzogna, ma tra parola che si spaccia per realtà e parola che si dà come tale, l’unica che sulle cose gli procuri una piccola garanzia di ancoraggio. Ma noi fuggiamo senza posa da una cosa all’altra soltanto per farcene un’opinione e ci distruggiamo da soli. Non facciamo che scappare, fino a quando cessiamo di vivere. Questo concetto è di tale importanza che (tratto da: Épictète, Enchiridion, X. Traduction de Montaigne, livre II, chap. XIV) lo troviamo tra “Les sentences peintes dans la ‘librairie’ de Montaigne”: «Les hommes sont tourmentés par l’opinion qu’ils ont des choses, non par les choses mêmes». Flavio Ermini
È uscito il Numero 73 della rivista “Anteremâ€È esposto nelle migliori librerie e può essere richiesto direttamente ad info@anteremedizioni.it ![]()
Questo numero è dedicato a “L’esperienza della percezione” e raccoglie poesie, narrazioni e immagini di autori internazionali.
Elenco dei poeti
I loro testi sono accompagnati da un nucleo di riflessioni che modula il tema della percezione dal punto di vista filosofico: sotto il profilo del tempo, della parola e della memoria. Ne sono autori Carlo Sini e i collaboratori della cattedra di filosofia teoretica della Statale di Milano: Matteo Bonazzi, Federico Leoni, Matteo Vegetti. Precisa Flavio Ermini nell’editoriale che introduce il numero: «Il tempo dell’aggancio alle cose diviene un gioco interminabile di avvicinamenti e allontanamenti. E di scoperte minime, che, pur raggruppate, forniscono una somma solo parziale di dati. O una somma totale insensata; essendo l’ingrandimento di un solo addendo: quello più evidente per l’occhio che si muove sul mondo. Il risultato ultimo, ammesso che ci possa essere, è sempre aleatorio. E quando circoscriviamo quello che ci sembra essere prossimo al vero, avvertiamo ancor più che il nostro calcolo richiede una revisione, che quasi sempre impone il congedo dall’abituale modo di vivere e pensare».
SommarioRivista ANTEREM: Numero 73L’esperienza della percezione5 Editoriale 8 Philippe Lacoue-Labarthe Allusione a un inizio (tr. Davide Tarizzo) 14 Birgitta Trotzig Da Anima (tr. Daniela Marcheschi) 18 Katarina Frostenson Poesie (tr. Andreas Sanesi) 22 Friederike Mayröcker Poesie (tr. Riccarda Novello) 24 Ida Travi ‘Tu sei soltanto in allarme’ 28 Michele Ranchetti Da Sequenze in levare 29 Enrica Salvaneschi - Silvio Endrighi Poesie 32 Matteo Vegetti La percezione e l’esperienza 36 Federico Leoni «Il mio corpo va fino alle stelle» 39 Matteo Bonazzi Il terzo occhio di Lacan 42 Carlo Sini Oceano e la percezione originaria 46 Franc Ducros Dasorte sillabe strappate (tr. Margherita Orsino) 52 Henry Bauchau Poesie (tr. Chiara Elefante) 62 Marcel Bélanger Da Strates (tr. Alfonso Cariolato) 69 Ottavio Fatica Poesie 72 Davide Campi Bisogni 74 Lucio Saffaro Scritture 78 Camillo Pennati Poesie 80 Giorgio Bonacini Da Sequenze di vento 82 Giovanna Frene Poesie 84 Madison Morrison Rangoon Retrospective (tr. Alessio Rosoldi) 88 Mara Cini Forbice 90 Rosa Pierno Da Trasversale 93 Autori di questo numero 94 Premio di poesia Lorenzo Montano Esito della XX edizione e bando della XXI Fotografie di Sirio Tommasoli
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Sostieni la poesia Indica il Tutti i tag di Anteremtags in RivistaDella fine. Il libro più recente di Flavio ErminiCon questo libro, Flavio Ermini ci conduce in un viaggio nella tenebra, attraverso i nomi che la evocano, nell’indicibile che ci annienta, quali esseri per la fine, viandanti perduti nella notte senza mattino. Teneri Acerbi di Giorgio BonaciniL'ultimo volume di poesie di Giorgio Bonacini – redattore della rivista “Anterem” dal 1989 – ha per titolo Teneri Acerbi. Novità editorialiPer le Edizioni Kolibris è uscito il nuovo libro di Ranieri Teti: Entrata nel nero. È un libro che trasuda buio quello di Ranieri Teti, spuria essenza di notte che condensa per consentire alla luce di piovere più autentica e forte, più feroce e ardente. Il nuovo libro francese di Flavio ErminiL'ultimo lavoro poetico di Flavio Ermini è stato pubblicato in Francia da Lucie Éditions, Nîmes. Ha per titolo La tâche terrestre des mortels ed è in versione bilingue. La traduzione in francese è di François Bruzzo. La prefazione è di Franc Ducros. Novità editorialiL’ultimo lavoro letterario di Flavio Ermini si configura come un vero e proprio discorso, un’orazione laica. Con questo libro, Essere il nemico, edito da Mimesis (2013), Ermini si rivolge con immediatezza comunicativa a ognuno di noi per invitarci a muovere i nostri passi sulla via estetica alla liberazione. Rosa Pierno: Artificio“Artificio” e “Amore fossile” – le due sezioni che compongono l’ultimo volume di Rosa Pierno – formano due testi speculari, interagenti. Due organismi, insomma, messi in reciproca postura di desiderio. Insensato volerli separare, così come non si separa una coppia d’innamorati (“indivisi amanti”), nemmeno sapendo che la loro passione è campo di battaglia, incrocio di forze antitetiche. Novità editoriali![]() Sono stati pubblicati da QuiEdit gli Atti della giornata di studio dedicata dalla Biblioteca Civica di Verona e da Anterem a “Lorenzo Montano e il Novecento Europeo. Gli interventi qui riuniti sono di Giorgio Barberi Squarotti, Flavio Ermini, Gio Ferri, Claudio Gallo, Maria Pia Pagani, Tiziano Salari. Curatore degli Atti è Agostino Contò, a cui si deve l’introduzione al volume. Premio speciale della giuria Lorenzo MontanoNell’ambito del Premio Lorenzo Montano XXVIII edizione il Premio Speciale della Giuria "Opere Scelte - Regione Veneto" è stato attribuito dalla Giuria del Premio a Luigi Reitani Novità editorialiNella collana “Narrazioni della conoscenza”, diretta da Flavio Ermini per Moretti&Vitali, esce il volume: Teoria dell’andatura di Honoré de Balzac, a cura di Franco Rella. Pubblicato per la prima volta nel 1833, Teoria dell’andatura è un grande testo di narrazione ed è, al contempo, un grande saggio, che rinvia ai testi filosoficamente più tesi della Commedia umana. Novità editorialeNella collana “Narrazioni della conoscenza” diretta da Flavio Ermini, l’editore Moretti&Vitali pubblica L’angoscia del pensare di Evelyne Grossman. Il libro è in stretta relazione con le riflessioni di Artaud, Beckett, Blanchot, Derrida, Foucault, Levinas, Lacan. È tradotto da Anna Chiara Peduzzi. La premessa è di Dario Giugliano. La postfazione è di Flavio Ermini. |