ANTEREM
Published on ANTEREM (https://www.anteremedizioni.it)


Massimo Scrignòli, da “Lupa a gennaio”, Book Editore 2019, nota di Laura Caccia - La parola estrema

Versione stampabilePDF version

La parola estrema

Tra le falde di parole innevate. Di paesaggi oltre. Nell’affondo delle tenebre. E nel preludio della fioritura. Così lascia le sue tracce, sulla pagina bianca, Lupa a gennaio di Massimo Scrignòli. Nello stesso tempo, assecondandone altre, percependone i richiami, «seguendo della lupa di Gennaio le tracce delle prossime notti». Nell’aprire la parola al mistero. Nel corteggiarne l’ombra gravida, come la sposa, insieme, predestinata e rivelata. Così il plenilunio di gennaio, quello che per i nativi americani è la Luna del lupo, segna il periodo dell’attesa, «l’ingresso docile degli occhi nella neve oscura», e del silenzio, «un silenzio maternale», fonte degli atti creativi della riproduzione come della produzione poetica.

Il paesaggio, visibile e invisibile, percepibile e interiore, è disegnato dal biancore e dall’attesa. Dall’assenza e dal desiderio. Dalla morte e dalla rigenerazione. E dalla musica. Tutto è avvertito, dai sensi e dalla mente, attraverso la visione e l’ascolto. Un sentire che consente di vedere. E viceversa. Un vedere e un sentire oltre. Un oltre che giunge imprevisto. Tra i fondali dove affiora «l’anfratto di un dio dimenticato». Nell’apparizione di cose e animali come aperture significanti. Sotto la pelle, dove «se anche l’infinito finisce […] si muore nuovamente». E ancora, e soprattutto, nella rivelazione che risveglia la verità, il suo «valore indiviso». Anche se non manca la sua attesa continua, quando, nella tensione verso di essa, «conquistare il contorno di un vuoto è di nuovo spostarne le origini».

Tra questi estremi, nell’attesa del vero e nell’apertura al suo manifestarsi, si muove la parola. Non il linguaggio ordinario che ha il compito di dire, ma una lingua sempre sull’orlo dell’albore e dell’annuncio. Come «rugiada quando abita la soglia». Parola dell’origine e dell’oltre. Mentre la storia, invece, «inganna la meta». Parola del desiderio e del rivelarsi. Anche se manca sempre qualcosa tra il visibile e l’invisibile, tra il verde ostinato di un prato e «l’aria che respirano i morti». La scrittura poetica di Massimo Scrignòli raccoglie, nell’assenza e nell’attesa, questo respiro intermedio. Il respiro che avverte il soffio del principio, il respiro su cui «la morte si è arresa». Attraverso una parola che, proprio come la lupa, lascia le sue tracce, tra gli echi di René Char e di Paul Celan, su pagine dense di «fiducia in questa lingua che ci parla». Una «parola che non deve dire». Una «parola estrema, qui, ritrovata».

 

***

Poi sarà l’improvviso. Musica. Non suo-

ni in punta di penna; musica da leggere

sull’impronta, come solo spiraglio dentro

l’oscuro del sentire quel Tu che lúmina la

fiamma delle urne di Primavera.

E le ombre, tutte, incendia.

 

Così io muovo. Vado dove sono.

 

1.

 

Così anche noi. Scendendo alla nave

con la marea del giovane naufragio già

pensavamo alle alture e alle rocce nel

deserto. Eppure anche noi, senza averle

sentite, stavamo seguendo della lupa di

Gennaio le tracce delle prossime notti.

 

L’oltre arrivò imprevisto: il ritorno verso la

fronte.

 

2.

 

Ha inizio nuovamente in una parola.

Viene da lontano, la sola che atterra da

un silenzio maternale. E respinge ogni

possibile teoria, fino a quando il fondo,

in noi, diviene cima.

 

Niente altro se non tutto questo è il

grano sotto la neve, in Gennaio.

 

11.

 

Cercando il marmo oscuro di Paul, diviso

tra il canto dei corvi ingigantiti dalla

pioggia e l’inizio inseguito, avanzano

verso di noi pochi piccoli sassi colorati:

un nome dorato scritto con il nero latte,

sette schegge di specchio tedesco, neve

fossile ghiacciata.

 

Tutto invita verso il lato più scuro del

cielo, nell’ultimo retablo dell’anno. Ar-

cipelago in movimento e già rallentato

dalla parola estrema, qui, ritrovata.

 

12.

 

E nonostante ritorna, tutta, ritorna,

l’acqua ammutolita della Senna. Per

concessione suprema di Eraclito questa,

oggi, è quella stessa acqua. Così anche

noi continuiamo a toccare il freddo del

gorgo, che solleva lo sguardo oltre il viso.

 

Nell’attesa della parola che non deve dire

c’è l’istituzione della rugiada quando

abita la soglia. Come una madre, prima

del fianco ostinato della foglia.

 

23.

 

Tuttavia si avanza togliendo. E conqui-

stare il contorno di un vuoto è di nuovo

spostarne le origini.

 

Anche Novembre non lascia più cadere

le sue foglie. La storia accelera i nostri

passi, ma da lontano ci sopravanza e

inganna la mèta.

 

26.

 

Tuttavia mai, mai sapranno che è scrit-

to. Anche questo non sanno. In nessun

momento conosceranno. Né potranno

sapere che non siamo ciò che cerchiamo:

ma siamo, per il viaggio dell’arca, il suo

compimento.

 

Tuttavia mai ascolteranno il sonno

materno della Sposa rivelata: lei sola,

dormendo, dell’alba risveglia la verità.

Questo soltanto: tutto il valore indiviso

della verità.

 

28.

 

Insiste a farsi vedere, il sole. Non teme

nessuna malattia incurabile.

 

Ma in Gennaio, se ci pensi, per unire il

verde ostinato di un prato del nord, per

unire il suo verde all’aria che respirano

i morti, manca sempre qualche cosa: un

sentiero, una scala, o una mano chiusa

piena di neve.

 

La vita non è tutto.

 

***

Viene in visita la neve, ma sopra l’Oceano

a Gennaio l’inverno si ritira.

 

Forse non si potrà mai pronunciare il

luogo silente anche se è stato nominato.

L’indicibile         purifica          l’azione

corteggiandone la luce.

 

Eppure dorme, questo secolo: è un sonno

senza sogni, adagiato sul fondale di un

tempo tuttora indifeso dalle antiche

profezie di Vulcano.

 

E noi non abbiamo ancora messo in salvo

la cenere.

 


Massimo Scrignòli, bolognese di adozione, vive in provincia di Ferrara. Nel corso di un trentennio di dialogo e collaborazione con i più importanti critici e poeti italiani del secondo Novecento, ha pubblicato, con prefazioni, tra gli altri, di Raboni, Ramat, Pampaloni, Sanesi, diversi volumi di poesia: dal libro d’esordio Notiziario tendenzioso (1979) a Vista sull’angelo (2009), tutti raccolti nel volume antologico Regesto (2014, seconda edizione 2023). Presente in numerose pubblicazioni antologiche e didattiche in Italia e all’estero, sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, portoghese, croato.

Ha partecipato ad autorevoli festival internazionali di poesia e letteratura; nel 2006 e nel 2009 ha rappresentato l’Italia all’International Poetry Festival di Zagabria.

A testimonianza di una costante attività culturale, anche come “compagno d viaggio” di artisti contemporanei, sono le edizioni d’arte in collaborazione con pittori di fama internazionale, come Baj, Chia, Benati Pozzati, Bonalumi.

Da molti anni svolge un’intensa attività nel campo dell’editoria, curando e coordinando collane di poesia, critica letteraria, filosofia, in cui sono stati pubblicati, tra gli altri, scritti di Leopardi, Poggioli, Sanesi, Crovi, Porta, Sanguineti, e in cui hanno visto la luce anche nuove traduzioni di Auerbach, Eliot, Tagore, Yeats, Bauchau, Flaminien, Char; sue sono la versione e l’introduzione critica di Relazione per un’accademia e altri racconti di F.Kafka (1997).

  • Ranieri Teti

ANTEREM 2003 © Tutti i diritti riservati • info@anteremedizioni.it
via Zambelli, 15 • 37121 Verona, Italia
Cookie policy

a cura di Mario Varini
EUCIP IT Administrator certified

Logo di drupal
versione 5.23
agg. 27/08/2010


URL originale: https://www.anteremedizioni.it/massimo_scrign%C3%B2li_da_%E2%80%9Clupa_gennaio%E2%80%9D_book_editore_2019_nota_di_laura_caccia_la_parola_estrema