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Maria Angela Bedini, una prosa poetica, premessa di Mara Cini

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Una prosa ricca di anfratti sonori e descrittivi quella di Maria Angela Bedini, una trama specchiante catturata dalla cornice dei due paragrafi in apertura e chiusura:

La città che mi abita nelle vene è una fortezza scura, io la porto come si porta un dolore…

E là oltre la marea e le onde screziate udivo volti di santi spalancarsi…

Si tratta di un susseguirsi di prospettive “gemmate” dove gli elementi naturali e stilistici (vento, architetture, costole erbose, volte annerite, radici, ardesie dei tetti, , altane e cantine) confluiscono in una sorta di vena maestra impetuosa e minuscola tanto da somigliare a una gemma che dorma dentro l’astuccio di un ramo. (m.c.)

 

La città che mi abita nelle vene, incipit

 

Maria Angela Bedini è nata a Buenos Aires dove ha trascorso l'infanzia. Svolge attualmente attività di ricerca presso l'Università di Ancona. Ha pubblicato le raccolte di poesia Trasgressioni (1987), Essenze assenze (1991), Ma il vuoto fu scarso a sparire (in «Nuovi poeti italiani 4», Einaudi 1995) e La lingua di Dio (Einaudi).

  • Ranieri Teti
  • Marzo 2015, anno XII, numero 26

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a cura di Mario Varini
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agg. 27/08/2010


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