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Miguel Angel Cuevas, da "Scrivere l’incàvo", Il Girasole Edizioni, 2011

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Dall’aletta: (...) Verso l’immobilità astratta della traccia: tratto, parola. Vuoto, incàvo oppure interstizio che soltanto può essere accerchiato, recintato: la cavità richiama colloca richiede. Qui: questo luogo spoglio, scabro, frattura: da cui scaturisce e attinge la cifra riarsa, il limite dissonante, le chiazze sulla materia forma di sé stessa.

 

***

LITANIA:

sudario.

Trafigge ciò che nomina.

Rivela

l’esatta dimensione:

nessuno, niente.

 

***

QUESTO

luogo frana

delle parole pietre

della ruggine

versata.

 

Vi repelle: le sue scorie,

la sua pura maceria minerale.

 

***

MACCHIARE IL BIANCO: RAG

giungere il bianco:
 

disseppellire l’aria:
 

la cavità del nome:

nominarla:

 

***

PARLO

per toccare la parola che nomina:

per toccare ciò che la parola

nomina.

 

Miguel Ángel Cuevas (Alicante, 1958) è un poeta spagnolo.

Poeta, traduttore, professore di letteratura italiana presso l’Università di Siviglia. Studioso del Novecento, ha tradotto e curato edizioni spagnole di Luigi Pirandello, Pier Paolo Pasolini, Vincenzo Consolo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Angelo Scandurra, Maria Attanasio. Ha tradotto e curato edizioni italiane di José Ángel Valente.

Per la poesia ha pubblicato, in Italia, 47 Frammenti. Ha realizzato con l'artista Massimo Casagrande i libri d'arte Scrivere l'incàvo, omaggio a Jorge Oteiza, e Huesos sobre papel. Con lo stesso artista ha pubblicato per Il Girasole Edizioni 2011, Valverde (CT), Escribir el hueco.

  • Ranieri Teti
  • Gennaio 2015, anno XII, numero 25

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