È l’omaggio di “Anterem” al grande poeta russo, ospitato con un’ampia scelta di testi (tradotti da Camilla Miglio, Elena Corsino, Maria Pia Pagani) nel numero 72 della rivista.
Non fui contemporaneo di nessuno, in nessun modo,
un simile onore è troppo per me.
Un orrore, colui che là si chiama come io mi chiamo,
fu un altro, non io.
Il tempo si appropria di due mele del sonno,
la sua bocca sovrana è bella e fangosa.
Ma si chinerà verso la mano appassita
Del figlio, che invecchia, e svanisce.
Con lui, col tempo, sollevai le palpebre,
doloranti, la coppia di mele del sonno,
e loro, i fiumi, lo tramandarono:
come scoppiò il dissidio tra gli uomini, anno dopo anno.
Un letto pieghevole, leggero, in un bagliore di cuscini,
cento anni fa… come di creta, estraneo,
ci stendo sopra un corpo, strappato al sonno:
la prima ebbrezza del tempo – fino alla fine.
Il passo sferragliante dei mondi, e questo, in mezzo a tutto,
questo letto, leggero, così leggero.
Ora, poiché non ne forgiamo più alcuno,
lasciateci temporeggiare col tempo.
In dimore calde, sotto tende, in arnie,
là muore il tempo – e appena
la coppia di mele del sonno, su ostie cornee,
s’illumina, bianco, raggiante.
Traduzione di Camilla Miglio
Da „Anterem“ 72, giugno 2006
“E tu, Mosca, sorella mia, lieve ...”
Dal 15 al 25 gennaio si svolgono a Mosca le “Giornate Mandel’stamiane” organizzate dalla Società Mandel’stamiana in collaborazione con l’Università statale russa di studi umanistici (RGGU) e altri istituti culturali moscoviti. Le giornate comprendono eventi poetici e musicali, incontri culturali e la mostra dei progetti presentati al concorso per il monumento che Mosca – città che Osip Mandel’stam ricevette “in dono” da Marina Cvetaeva, dedicherà al poeta. (Elena Corsino)