Bruno Di Pietro, da “Colpa del mare e altri poemetti”, Oèdipus 2018, nota di Laura Caccia - Sulla riva del dire

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Sulla riva del dire

Sulla riva: dove la marea porta il respiro dell’origine e insieme la corrente del divenire. In particolare sulla riva eleatica dell’essere parmenideo. E, in generale, nelle acque in cui confluiscono sia il principio unitario sia lo scorrere del molteplice eracliteo. Nell’opera antologica di Bruno Di Pietro Colpa del mare e altri poemetti tutto questo resta sotteso, ma risonante nella figura archetipa del mare, «nei rumori dell’acqua sempre al ciglio / dell’essere del dire del non dire». In una poetica che trattiene il respiro ontologico nella sensuale e sensoriale adesione alla bellezza luminosa della realtà come nei suoi aspetti più intimi e nascosti, tanto che, rimarcato dalle parentesi, «(il reale si ama se è segreto)». Dove la riva accoglie i richiami oscuri del principio e la marea vi deposita, insieme all’incanto, elementi di dubbio sulla possibilità del pensiero e della parola, quasi ‘Velieri in bottiglia’, di poter davvero dire, se non la precarietà e l’inesorabilità del divenire.

Colpa del mare? La dialettica tra essere e divenire fa da sfondo, insieme alle contraddizioni dell’esistere, a quella che emerge in modo conflittuale e dichiarato tra un reale aperto alle sue antinomie e un sapere, al contrario, problematico. Dove il mare, da archetipo, si fa metafora: «Colpa del mare / del pendolare dubbioso / tra il frutteto in rigoglio / e l‘orgoglio della scienza». E dove il rapporto con la realtà passa dalla sensualità e dall’adesione alla meraviglia e alla dolcezza della natura mediterranea all’esigenza di utilizzare alter-ego e travestimenti per affrontare gli aspetti biografici e storici in opposizione agli abusi del sapere. Ecco allora le figure dell’eresia in campo matematico, quali Ippaso e Liside, e in quello teologico, quale Francesco Pucci. E le figure della transizione e dell’antipotere, incarnate dai poeti Massimiano Etrusco e Ovidio. Figure di confine. Sul ciglio. Sulla riva.

Questa poetica, insieme lirica e speculativa, musica di continuo lo stare sul bordo. Sull’orlo del principio e del confine. E se, a livello ontologico, anche qui tra parentesi, «(le parole confessano indigenti / la poca confidenza con il vero)» e, a livello esistenziale, «non trovano la strada / per dire quest’esilio», è alla parola che Bruno Di Pietro affida comunque il suo sentire. Una parola immersa nel respiro del mare, nel battito dei versi brevi, nel ritmo degli endecasillabi. Dove ragione e immaginazione, metafisica e metapoetica, etica ed estetica, al loro interno e nel rapporto reciproco, muovono i versi con lo stesso movimento, altalenante tra abbandono e ritorno, della marea.

 

Da: ELEATICHE

 

I

forse l’indisciplina degli eventi

forse l’incerto dire inesistenti

l’identico la trama la ragione

concedono alle volte un’occasione

 

ma com’è disadorno il divenire:

gettati alle correnti senz’appiglio

nei rumori dell’acqua sempre al ciglio

dell’essere del dire del non dire

 

cosa accadrebbe poi se il maestrale

venisse a dirti al termine del giorno

che il sentiero in fondo è sempre uguale

e non c’è altra via che del ritorno

 

 

VIII

la semplice struttura del reale

batte ogni giorno puntuale un chiodo

come a dire che il modo del male

è vicino allo sciogliersi del nodo

 

nella prossimità discreta della scelta

più dell’attesa di un fato onnipotente

per dirti quanto sia inadempiente

non superare la soglia divelta

 

così incolpa ogni tuo tergiversare

fra il battere dell’ora e il suo passare

ma non ti dice nulla di concreto

(il reale si ama se è segreto)

 

 

Da: COLPA DEL MARE

 

I

Mi dicevo

gli Dei possono niente.

Edificio colonne palatine

catturo il fuoco con le lenti.

Non mi accechino i tuoi occhi

Lampi irridenti

sulle opere

dei giorni.

 

 

VIII

Colpa del mare

del pendolare dubbioso

tra il frutteto in rigoglio

e l‘orgoglio della scienza.

Colpa della tua assenza

se il barlume di aprile

non lucida i capelli

di giallo di arancio

e costringe al bilancio

al conto del fare

e disfare il disegno.

Colpa dell’ingegno

che chiude le sere

fra poca luce

e un pugno di olive nere.

 

 

Da: CANTO DI LISIDE

 

IV

Amici morti per il fuoco

se l’acqua è inizio

ora interrogate il dopo

conoscete lo scopo

del pensare.

La cenere ha confuso il mare

deluso il cielo.

Il nostro era un viaggio terreno

e questa è terra di ulivi

di tramonto

terra di sale

da Elea a Metaponto.

 

 

Da: VELIERI IN BOTTIGLIA

 

(I)

 

i

di certo non mancavano i dettagli

costruito come eri nel pensiero:

amore senza pianti senza sbagli

chiuso in bottiglia inutile veliero

 

 

Da: AVARI FIORI

 

ii.

ma te li immagini i sofisti antichi

gravi pensosi sgranocchiare chele

senza quest’uva dolce questi fichi

traboccanti di resina, di miele

 

 

Da: PICCOLA SUITE

 

(Andante)

 

le parole non trovano la strada

per dire quest’esilio, lontananza

dalla luce che subito digrada

come evolve il suono in dissonanza

 


Bruno Di Pietro(1954) vive e lavora a Napoli esercitando la professione forense.

Ha pubblicato le raccolte poetiche: “Colpa del mare” (Oédipus, Salerno-Milano 2002)“[SMS] e una quartina scostumata” (d’If,Napoli 2002) “Futuri lillà”( d’If, Napoli 2003) “Acque/dotti. Frammenti di Massimiano” (Bibliopolis, Napoli 2007) “Della stessa sostanza del figlio” (Evaluna, Napoli 2008) “Il fiore del Danubio” (Evaluna, Napoli 2010) “Il merlo maschio” (I libri del merlo, Saviano 2011) “minuscole” (Il laboratorio/Le edizioni, Nola 2016) “Impero” (Oèdipus, Salerno-Milano 2017) “Undici distici per undici ritratti” (Levania Rivista di Poesia n° 6/2017) “Colpa del mare e altri poemetti” (Oèdipus ,Salerno Milano 2018) “Baie” (Oèdipus ,Salerno-Milano 2019).

È presente in diverse antologie fra cui: Mundus. Poesia per un’etica del rifiuto (Valtrend, Napoli 2008) Accenti (Soc. Dante Alighieri, Napoli 2010) Alter ego. Poeti al MANN (Arte’m, Napoli 2012) Errico Ruotolo, Opere (1961-2007) (Fondazione Morra,Napoli,2012) Polesìa (Trivio 2018, Oèdipus Edizioni).

Articoli e interventi sulle sue opere sono presenti in riviste e blog (Nazione Indiana, Infiniti Mondi, ClanDestino, Trasversale, Versante Ripido, Frequenze Poetiche, Atelier, Levania , Trivio , InVerso, Menabò, Poetarum Silva). E’ stato cofondatore con Gabriele Frasca e Mariano Baino della Casa Editrice “d’If” e socio della Casa Editrice “Cronopio”.