Editoriali 1995-2019

n. 62, Grados

«Anterem» giugno 2001

Dài loro annunzio duplice:
di te e di te,
dei due piatti della bilancia,
del buio, che chiede di entrare,
del buio, che consente di entrare.
Celan

n. 61, Poros e Penìa

«Anterem» dicembre 2000

dove i corpi si mischiano, dove
si articolano e si parlano
imparano a parlare
toccandosi con le due mani
Faye

La mano porge e riceve, e non soltanto le cose, porge anche se stessa e se stessa riceve nell’altra mano.
Heidegger

n. 60, Nomothetes

«Anterem» giugno 2000

Nel linguaggio non cerchiamo nulla, piuttosto costruiamo qualcosa.
Wittgenstein

La scrittura è inseparabile dal divenire: scrivendo si diventa nutrice, si diventa animale o vegetale, si diventa molecola.
Deleuze

Ognuno dei passi che il poeta arrischia porta al vivo e originario soggiornare presso le cose, a cogliere la tonalità fondamentale della loro voce, a nominarla.

n. 59, Endiadi

«Anterem» dicembre 1999

Non intendono come da sé discordando con sé concordi.
Eraclito 

Due, sì, sono in due.
Sembra perfettamente naturale ora –
Plath

E credi tu che uno ..., sano di mente o pazzo che sia, abbia
il coraggio di dire sul serio a se stesso, con l’intenzione
di persuadersene, che necessariamente ... il due è uno?
Teeteto

n. 58, Eterotopie

«Anterem» giugno 1999

... un moto molteplice, incerto, confuso, irregolare, disordinato, un ondeggiamento vago ... la varietà, l’incertezza, il non vedere tutto, il potersi perciò spaziare con l’immaginazione riguardo a ciò che non si vede.
Leopardi 

… irregolarità, avvicendamenti. Precipitazioni, intermittenze, collisioni di cose ed eventi, punti di silenzio abissali; rotaie …
Musil 

n. 57, Epoché

«Anterem» dicembre 1998

Dice lo straniero nel deserto: «Ogni cosa al mondo mi è nuova». E la nascita del suo canto non gli era meno straniera.
Saint-John Perse

Quella strada non preceduta da alcuna verità che le prescriva la sua esattezza – è la strada del deserto. 
Derrida

n. 56, L'Altro

«Anterem» giugno 1998

La poesia tende a un Altro, ha bisogno di questo Altro, ha bisogno di qualcuno a fronte. Lo cerca, riconosce di appartenergli.
Ogni cosa, ogni essere è per la poesia, che verso l’Altro si volge, una forma di questo Altro.

Celan

La poesia porta a parola il taciuto, superando la cesura tra Sì e No, ripristinando l’inaugurale coappartenenza tra voce e silenzio.

n. 55, Metaxy

«Anterem» dicembre 1997

Parla anche tu
parla per ultimo,
dì la tua parola.

Parla –
ma non dividere il No dal Sì.
Dà alla tua parola anche il senso:
dalle l’ombra.

Celan

n. 54, L’Aperto

«Anterem» giugno 1997

Dans la stupeur de l’air où s’ouvrent mes allèes …
Char

O quale e quanto in quella viva stella
pur vinse, quale e quanto si sospinse
oltre le soglie della sua stessa luce;
al di là del silenzio quale e quanto t’induce.
Zanzotto

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