Prendere la parola di Jean-Luc Nancy

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 Prendere la parola di Jean-Luc Nancy

Con questo suo nuovo libro, Prendere la parola – edito da Moretti&Vitali nella collana “Narrazioni della conoscenza” –, Jean-Luc Nancy segnala che è necessario congedarci dai rassicuranti ancoraggi estetici e dalle tentazioni della hybris tecnologica, per affidarci – quando d’ora in poi prenderemo la parola – a un annuncio alveolato, frammentario, segnato dalle divisioni dello spirito.

Registra Flavio Ermini nella postfazione: “Il giardino edenico è perduto e non c’è ritorno. Smarrita è la pace, decaduta è la sicurezza della prima nominazione. Le parole che pronunciamo sono ridotte a semplici segni semantici, strumenti d’intesa. Non sono più essenziali né in terra, né in cielo. Tra la nostra lingua e la voce della natura non c’è più rispondenza diretta. Ogni conoscenza, ogni comprensione umana cade al di qua dell’esistenza autentica”.

In Nancy è ben chiaro che la perfezione concettuale e l’esattezza della conoscenza possono occultare la verità. Meglio affidarsi a una scrittura destinata fin dal principio al disordine, all’anti-discorso, all’incompiutezza, fino alla perdizione.

I nostri lettori conoscono bene questo filosofo. Diversi suoi saggi hanno trovato spazio sulla rivista “Anterem”. Ed è proprio ai nostri lettori che sono riservate alcune preziose anticipazioni su questo libro, splendidamente tradotto da Roberto Borghesi e da Costanza Tabacco: