Della poesia per frammenti

Della poesia per frammenti Premio Lorenzo Montano, ventesima edizione.

Antonio Prete è il vincitore del Premio Speciale della Giuria “Opere Scelte – Regione Veneto”. 

Giuria del Premio: Giorgio Bonacini, Davide Campi, Mara Cini, Flavio Ermini (presidente), Marco Furia, Madison Morrison, Rosa Pierno, Ranieri Teti (segretario), Sirio Tommasoli.

Il riconoscimento è destinato dalla Giuria del Premio ad Antonio Prete, a cui viene riconosciuta, grazie alla partecipazione della Regione Veneto, la pubblicazione di una raccolta di testi selezionati tra le sue pubblicazioni e i suoi lavori inediti.

L’opera ha per titolo Della poesia per frammenti e viene edita nella collana “Itinera” di Anterem Edizioni. È accompagnata da riflessioni di uno tra gli studiosi più raffinati del nostro tempo, Pascal Gabellone (Università Paul Valéry, Montpellier III, Francia) e si configura come un significativo profilo dell’opera dell’autore: Un’antologia personale che mantiene intatta nel suo respiro frammentario e discontinuo una traccia di quell’antica sapienza che con fiducia si affidava a una parola chiamata a essere il luogo di raccordo fra percezione e sensibilità, tra sentire e pensare. Quella parola, ci dice Antonio Prete, può ancora scompigliare i confini sorvegliati della letteratura. 

L’Autore registra:

Della poesia, come dell’amore, non si può dare una definizione. Della poesia, come dell’amore, si può avere, però, esperienza.

Quanto alla poesia, è la prossimità – d’ascolto, d’interrogazione – che dischiude l’esperienza. Che è esperienza della lingua, della sua polifonia e dissonanza, dei suoi ritmi. Esperienza di un azzardo. Perché un azzardo è principio e movimento della poesia: dire il mondo in un ritmo, accogliere il senso – il suo eccesso, il suo vuoto – in un suono, ospitare il vivente in un verso. Il tragico e il sorriso del vivente.

Nelle pagine che qui ho raccolto un cammino, forse, si mostra. Un cammino che ha distrazioni, indugi, divagazioni. E anche, naturalmente, predilezioni. Non solo i poeti si scelgono, come gli amori, come le amicizie, ma anche le forme e i modi con cui decidiamo di dare conto di quelle scelte. La narrazione, per esempio, o il frammento, o l’esegesi: m’è accaduto spesso di non separare con siepi divisorie questi campi. 

Commenta PASCAL GABELLONE nel saggio riflessivo che accompagna l'opera:

Un’antologia personale affidata allo scrittore stesso può leggersi come una sottile figura del sacrificio di sé. Infatti scegliere, stralciare, tagliare nel corpo di un’opera implica rinunce, abbandoni, adombramenti. Una totalità in divenire dà congedo alla sua bella forma per accettare il frammento come condizione di una nuova prospettiva di leggibilità, sconosciuta all’autore stesso. Nel caso di questa antologia, poi, di uno scrittore e saggista che ha eletto la forma breve e fino il frammento a sua forma peculiare, avremo a che fare con frammenti di frammenti, nuovi incastri e nuove sequenze, diversi e più complessi scorci di mondo.

Lo scrivere per frammenti non va inteso però come una rinuncia definitiva al senso articolato e in progress di un libro, ma come un’altra modalità dell’ordinamento della materia, secondo architetture e suddivisioni che sono insieme il riflesso di una sorta di cosmologia e, per dirla con Baudelaire, una “organisation de l’être spirituel”. Il frammento allora assume una sua compiutezza, una sua singolarità, entrando tuttavia in uno spazio che è quello, si potrebbe dire, della costellazione, con echi e riverberi a distanza, un sistema quasi musicale di rimandi che mette in gioco l’apparenza, ma anche la profondità che essa insieme dissimula e mostra ; la terra, il cielo, i segnali sensibili della temporalità, ma anche il respiro, la parola, la voce, la scrittura.