Naturali allarmi

Atmosfere oniriche, propense a non artificiosa teatralità, contraddistinguono le “Cinque sequenze in un quadro” di “Tu sei soltanto in allarme”, nel corso delle quali Ida Travi mostra un personaggio femminile ritratto nei suoi intensi, contraddittori, rapporti con la figura paterna (che richiama, nel corso di un fallito tentativo di dialogo, quella materna), con la maternità (è presente un bimbo in culla), con un “giovane uomo” desideroso di rassicurare (“Non succede niente…Non aver paura…Non devi aver paura…Bene. Tu non hai paura. Sei solo in allarme”). Una “ragazza” osserva un “piccolo quadro” riproducente se stessa, in quel medesimo luogo, nell’ atto di essere ritratta dall’ artista, mentre “qualcuno”, come nel racconto, “sta spiando”, secondo i canoni di una specie di gioco di specchi che, proprio nella sua illusorietà, mette in rilievo, per contrasto, vivide dimensioni affettive.

Toni inquietanti, a tratti visionari, privi di contenuto ideologico e con sapienza accostati, tendono a non mitiche rappresentazioni del dolore quale uno dei naturali modi di essere: anziché opporgli rigide barriere, l’ autrice, consapevole, propone atteggiamenti capaci di non trascurare intime significanze, tali cioè da condurre a prendere atto, fino in fondo, di una condizione suscettibile, in un più ampio contesto, di miglioramento.

Partire dalla perspicua constatazione che non si può “soltanto” essere in allarme, bensì esserlo e basta, risulta, insomma, rifiutata ogni soluzione aprioristica, condizione cui non poter rinunciare.

Importante è il percorso tramite il quale si raggiunge una meta, la conquista di quest’ ultima consistendo, a ben vedere, in attimi privi di storia e, in ogni caso, mai definitivi: rilevanti risultano molteplici aspetti, ineffabili nel loro impulso vitale, eppure tali da interagire in maniera non infruttuosa.

Conscia delle notevoli difficoltà insite nell’ impresa espressiva prescelta, Ida Travi si serve di una scrittura elaborata ad hoc, fusa nel suo stesso oggetto, ritenuta l’unica adatta alla bisogna: prendere in prestito modelli avrebbe costituito tradimento, colpevole rinuncia a un (efficace) uso di peculiari toni per il cui mezzo affascinanti tratti visionari sono in grado di richiamare, immediati, nodi cruciali proposti con inquieto, pregevole garbo.

Fu, davvero, necessaria grazia.

 Marco Furia


(Ida Travi, “Tu sei soltanto in allarme”, in “Anterem” n° 73, pagg. 24 e sgg.)