Laura Liberale, da “La disponibilità della nostra carne”, Oèdipus 2017, nota di Rosa Pierno

La versificazione, in cui comunque la presenza di rari versi liberi accentua la percezione ritmica dei restanti, s'ispessisce con l'utilizzo di parole che costruiscono immagini erose ai bordi da una luce abbagliante, almeno quanto nel loro centro sono precise come un disegno stilizzato, e va costruendo una sorta di parabola privata della linearità del racconto, avente per fulcro la carne, luogo del pensiero e della colpa, delle percezioni e dell'espiazione, del tradimento e della rivincita. Il corpo è il teatro del mondo e la Liberale raccoglie nella sua silloge le gesta di eroine prelevate da testi epici, mostrando una particolare capacità di dipingere la scena coi colori del sangue rugginoso e dei germogli trasparenti, del chiarore dei volti delle madri e del nero dell'implacabilità, invitando a riflettere sul ciclo vitale del corpo che ritorna alla natura e poi ridiviene corpo ancora. Frutto, dunque, di quei "paratesti" studiati da Genette, la scrittura della Liberale sa condurre su vie cesellate e adorne di riflessi preziosi una riscrittura che è nuova creazione.

 

***

Dimmi di questo oltre.

Se, smerigliato il sé che fummo

abraso l’ego, raschiate via le scorie

di tamas, di nigredo

riluce la pepita

ritorna a sfavillare.
 

Ma lui non può rispondere.

 

Sapere, dice, ti fredderebbe il sangue.

Ti basti questo, dice:

l’odore della carne

portato nell’abbraccio.

 

***

Viene con la statura di un cipresso

presidia il buio, lo stento della lingua.

 

Non ti voltare finché le parole

non siano assolute come ossa.

 

***

La prima volta fu per l’addio

che febbraio condensava sui vetri.

Le tue mani, implorava

e attecchiva in te.

La seconda, il fantoccio

dissestato a tuo uso

traboccava nel poco

che di te concedevi.

 

In entrambe ordinasti

tempesta su quel seme:

Vieni disastro, mieti.


Laura Liberale è laureata in Filosofia, dottore di ricerca in Studi Indologici e ha conseguito il diploma del master Death Studies & the End of Life presso l'università di Padova. Ha ottenuto riconoscimenti in svariati premi di poesia e narrativa. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie. Ha pubblicato, oltre ad alcuni saggi indologici, i romanzi Tanatoparty (Meridiano Zero, 2009), Madreferro (Perdisa Pop, 2012); Planctus (Meridiano Zero, 2014); le raccolte poetiche Sari – poesie per la figlia (d’If, 2009) e Ballabile terreo (d’If, 2011), La disponibilità della nostra carne (Oedipus, 2017). È inoltre tra gli autori di Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Dal 2006, tiene corsi e seminari di scrittura creativa per adulti, adolescenti e bambini, oltre che di Cultura e Filosofia dell'India.