Antonino Contiliano, poesia inedita "Amour événementiel", nota di Ranieri Teti

Poesia della piena presenza, scritta da posizioni che non arretrano.

Antonino Contiliano vi instilla a piene mani tutto il sentire e insieme tutto il vedere. Al termine di ogni strofa porta il testo fino al limite del possibile, fino all’ultimo metro di terra, fino alla sporgenza che salva dal crepaccio.

Quanto del climax determina l’ascolto e la lettura, quanto della visione diventa parola che con-fonde e porta lontano, si risolve in una ridda di metafore additive proposte con ritmo serrato, per spaesamenti improvvisi, verso una gioia fra le oscillazioni in fuga e altre connotazioni tanto orientate al senso e alla sorpresa linguistica quanto al mondo emozionale.

Dal momento che morire è il futuro che ci viene incontro, Contiliano conduce tutti, noi lettori e se stesso, senza dolore, verso il fatale esilio o l’ultima stazione.

Nel buio incrollabile nessuna notte promette complicità e ripari.

Nella vita figurata dall’autore non c’è consolazione né retorica ma solo, al più, un vago rimpianto d’amore. Tutte le gioie sono passeggere.

 

 

Amour événementiel

all’ironia di un amico

 

incendiaria una marea questi fiori cardiaci
questi fotoni sognanti e le foglie di neve
un naviglio di onde nello spazio profumato
questo attracco di notti rotte all’addiaccio

delle mani i doni giuramenti inanellano
e le vibrazioni dei desideri ventosi e rasi
aggrappati sono carezze dell’azzurro arso
una gioia fra le oscillazioni in fuga, ça va...

svuotati del vuoto e dell’ora gli orli e in volo
ora che d’essere ventagli si posano scuciti
svelata con-tingenza di miele una scia sugli anni
un bagno événementiel di danze virali l’amour 

la notte è una farfalla dai colori nucleari
e nessun infinito turba così tempestoso
una veglia dell’udito così tastiera criminale
che ogni ferita è gelo addosso al silenzio 

poche sono le cose da dire e non disdire
questo nodo di primavera fuori stagione
è così sorgente emergente senza passato
che in cascata corre ragione scalarne i sorsi 

nessuna notte promette complicità e ripari
o angoli occupati dal risveglio avvenire
non c’è palpebra che rosa s’abbassi e passi
se non per pazzire sì ... bruci ogni gola 

ogni futuro è senza intervalli a monte
a valle per-per-tuo impulso urti e flutti
un nulla solido sbattuto dai sognatori
gli istanti radioattivi dell’amore durante 

amico lascia l’ironia a chi già sa dove
morire è il futuro che gli viene incontro
e un carico d’anni gravato solo da un peso
quello degli amori non vissuti e sans dire salut

 

Antonino Contiliano è nato a Marsala nel 1942. Tra gli anni ’70 e ’80 ha fatto parte dell’Antigruppo, movimento poetico e culturale siciliano, diventando anche redattore di “Impegno 80”, la rivista del gruppo. Tra le sue moltissime opere poetiche ricordiamo Il flauto del fauno (1981), L’utopia di Hanna Arendt (1991), La soglia dell’esilio (2000), ‘Elmotell blues (2007), Il tempo del poeta (2009).

Alcune sue poesie sono state tradotte in varie lingue, nonché accolte in varie antologie e riviste dagli anno Settanta a oggi. Vasta anche la sua produzione critica.