Emanuele Canzaniello, prosa inedita “Patmos”, nota di Flavio Ermini

Recensione immaginaria di un film immaginario di Emmanuel Carrère (2014)

Emanuele Canzaniello ci parla di Patmos di Emmanuel Carrère e ci indica per prima cosa che si tratta di un film girato «come un documentario». «Di questo film si è ospiti» precisa Canzaniello. Gli crediamo e leggiamo il suo testo come una recensione cinematografica. Ma dobbiamo ri-crederci. Mano a mano che procediamo nella lettura, infatti, ci rendiamo conto che questo testo che abbiamo iniziato a leggere “come una recensione” va letto «come un documentario», proprio come il film. Non solo. Ci rendiamo conto che si tratta di un film immaginario, che Carrère non ha mai girato… Un gioco di specchi si svolge su uno schermo immaginario, lo stesso che si articola nella scrittura che Canzaniello, in una studiata divaricazione tra la vita mondana del turismo e le preghiere dei monaci scuri.

Si avverte nel testo di Canzaniello un’estrema cautela nel parlare di questi movimenti, una profonda vigilanza critica e in qualche punto anche l’insoddisfazione nei confronti di quanto va scrivendo, perché provvisorio, così com’è provvisoria l’immaginazione. Lo rivela nel finale, quando, abbandonando ogni finzione, Canzaniello si rivolge senza mediazione direttamente a noi lettori invitandoci a trovare la chiave di interpretazione di questo immaginario film.

In un estenuante corpo a corpo, noi lettori impariamo a esasperare la pratica del dubbio, un dubbio che fende come una crepa la comprensione della realtà, soprattutto quando l’immaginario prende il sopravvento.

 

Nota biografica di Emanuele Canzaniello