Daniela Attanasio, poesia inedita, con una nota di Marco Furia

Tre per cento

 

Conosciamo solo il tre per cento della materia

il resto si restringe e si espande in millesimi di pensiero.

Qual è la differenza fra la lanugine svolazzante

dietro la porta della cucina e la polvere

dell’universo? materia dispersa – roccia gas fuoco e terra

la maglietta bucata sotto l’ascella o lo scudo d’Achille

istoriato e battuto a caldo visto in trasparenza

dallo sguardo di un cieco...

 

c’è neve bianca e lucida di ghiaccio

distesa come un telone a coprire imperfezioni

a rimodellare nel segreto della copertura

un paesaggio sconfitto dall’uso.

Prendiamoci questo –

mi viene da pensare,

il bianco del ghiaccio senza disegno

l’energia della terra che spunta dalle sue radici

prendiamoci la riserva di generosità

tenuta sottochiave come un bene di famiglia

e le possibilità, le tante possibilità – dalla lingua all’amore:

le parole chiuse della passione

quelle della poesia

il rispetto o la fiducia sigillate nella bocca

la conferma di una vocazione

prendiamoci il concreto del tatto

l’assonnata bellezza del mattino

l’odore del mare

e quello di un corpo sotto le lenzuola

prendiamoci la benevolenza dei cani

i colori di Rothko e i tagli di Fontana

il crepitio del gelo che sfibra foglie e rami

la forza, la grazia

il rumore animale dell’elicottero che sorvola il quartiere

 

 

“Tre per cento”, di Daniela Attanasio, è un’intensa poesia in cui una misurata discorsività iniziale conduce a esiti di grande apertura.

Prendiamoci questo” è verso davvero importante.

Certo, possiamo riflettere a lungo sui tanti aspetti non sempre positivi del nostro stare al mondo, possiamo avvertire il senso del limite insuperabile della fine, possiamo sentirci esposti e indifesi, ma tutto questo (e molto altro) significa che, innanzi tutto, ci siamo.

Si tratta, nel caso di Daniela, di una consapevole capacità di accettare: la vita è, in ogni modo, occasione, opportunità.

Ci sono

“il bianco del ghiaccio senza disegno”,

“le parole chiuse della passione”,

“l’assonnata bellezza del mattino”,

“i colori di Rothko e di Fontana”,

ossia ci sono gli uomini, come genere, come sviluppo millenario, come storia, come linguaggio, come arte, ma, soprattutto, insiste la poetessa, ci sono proprio questi uomini, qui e ora.

Del resto, apprezzare l’attimo e la singola immagine non significa sottovalutare il valore del passato, significa, al contrario, arricchirlo, riuscire a pensarlo come “energia” “che spunta” o come “conferma di una vocazione”.

Il passato vive soltanto nell’oggi e il futuro – questo mi sembra il messaggio – potrà essere senza dubbio più soddisfacente se al vivido, partecipe, sguardo non sarà estranea la “lingua dell’amore”.

Un amore che è  anche empatia della lingua, come dimostrano le ben orchestrate cadenze di “Tre per cento”.

 

Daniela Attanasio, romana, ha pubblicato quattro libri di poesia: La cura delle cose (Empiria 1993), Sotto il sole (Empiria 1999, Premio Dario Bellezza, Premio Unione Scrittori), Del mio e dell’altrui amore (Empiria 2005, Premio Camaiore), Il ritorno all’isola (Nino Aragno 2010, Premio Sandro Penna). Sue poesie sono presenti nell’Almanacco dello Specchio Mondadori 2009. E’ presente in diverse antologie nazionali e internazionali e ha collaborato come critica con quotidiani e riviste letterarie.