Marzo 2011, anno VIII, numero 14

Erika Crosara, da “Ius”, con una nota di Giorgio Bonacini

La poesia di Erika Crosara si presenta alla lettura con un dato lampante e inequivocabile: una perentoria forza di dislocazione che la sua scrittura attua, non solo semanticamente o nella costruzione del sintagma, ma attraverso un vero e proprio spostamento dei paradigmi concettuali e percettivi. E questo crea una forma di disequilibrio significativo, tutt’altro che negativo, che fonda e rifonda costantemente l’oscillazione del senso.

Camillo Pennati, poesia inedita “Pino marittimo”, con una nota di Marco Furia

Un poetico fare

Nell'aprire "Pino marittimo" con le parole "A fare", ripetute all'inizio del secondo verso, Camillo Pennati pone in essere un nucleo d'energia idiomatica capace di conferire peculiari caratteri a tutto il componimento.

Alessandro Assiri e Chiara De Luca, da “sui passi per non rimanere”, Fara 2008, con una nota di Rosa Pierno

Non esattamente un dialogo a distanza e anzi nemmeno un dialogo, pure se le poesie di Alessandro Assisi (sulle pagine pari) e di Chiara De Luca (sulle pagine dispari) si fronteggiano. Potremmo certo pensare che è solo la comune passione ad averli spinti verso un comune progetto. Anche se proprio la lettura dei due rispettivi modi poetici ci dà la possibilità di verificare un’ulteriore affinità nei modi trasversali e lacunosi che queste due originali forme di scrittura possiedono.

Carolina Giorgi, inediti da “Leggendo Emily Dickinson”, con una nota di Giorgio Bonacini

All’apparenza, questa raccolta di Carolina Giorgi, si presenta come una personalissima scelta di poesie di Emily Dickinson tradotte. E indubbiamente lo è. Ma entrando più a fondo, come si conviene davanti a versi così speciali, ci si accorge che l’autrice scrivendo, e accogliendo in se stessa e smuovendo le pulsioni che stanno nei versi letti, crea qualcosa che potremmo definire un oggetto d’arte interiore.

Marinella Galletti, poesia inedita “Soloacqua”, con una nota di Marco Furia

Un dinamico dire

Con "Soloacqua" Marinella Galletti presenta un agile componimento dall'intenso dinamismo.

Un mondo d'acqua, di mare, di scogli, di sabbia, non privo di tratti esistenziali, prende forma nelle cadenzate successioni di una poesia che si offre come immagine, come affascinante scaglia di vita la cui peculiare caratteristica pare appunto quella di un assiduo, elegante, movimento.

Guido Turco, inediti da “Qui non è più adesso”, con una nota di Giorgio Bonacini

La scrittura di Guido Turco, che è prosa e poesia insieme, manifesta il suo tratto distintivo nell’andamento meditativo e meditabondo che sorregge il girovagare del

Albino Crovetto, poesia inedita da “Cinque giorni”, con una nota di Marco Furia

Un necessario dire

Capita talvolta che un verso, come ho già avuto occasione di notare, riveli l'intima natura di un componimento: per quanto riguarda "Cinque giorni", di Albino Crovetto, credo che

"Hanno angoli e piani, esatte profondità"

possieda tale valenza.

Quest'assidua, raffinata e compatta versificazione si fa apprezzare per un'esattezza profonda, quasi un orologio battente un tempo tutto poetico ne dettasse il ritmo.

Vincenzo Guarracino, saggio inedito “Interrogare la notte”, con una premessa di Mara Cini

Poeti di fronte alla notte, artisti sul bordo del precipizio, solitarie figure alla Caspar David Friedrich nel ghiaccio blu dell’immenso. C’è una natura del grande infinito impossibile da conoscere, da percorrere, da abitare, che dà all’uomo “la consapevolezza della sua umana fragilità”. E c’è una natura del quotidiano, vicino, possibile, da toccare – ginestre, siepi, eccetera - che racchiude in forme più familiari e composte tale fragilità.

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