Marzo 2008, anno V, numero 9

Rosa Pierno su “Corridoio polare” di Gilberto Isella

“Corridoio polare” (Book editore, 2006) di Gilberto Isella,  è un libro che inizia tiepidamente, dando al lettore le coordinate di riferimento, ma poi finisce con lo scottare fra le mani. Coordinate: l’Io come congettura o ipotesi, ma soprattutto dato culturale. L’Io confuso tra tutti gli altri elementi che compongono l’universo e contemporaneamente creatore di universi. Non privo di paesaggio, di dati biografici, di dettagli fisici. L’Io in quanto eccezione nel cosmo ruba il posto al dio creatore.

Il lavoro di un Premio: Rosa Pierno su Bona, Guantini, Isella

Rosa Pierno prosegue il lavoro apparso nel numero precedente, proponendo ulteriori chiavi di lettura per alcuni poeti giunti in finale nella scorsa edizione del premio Lorenzo Montano.

Marco Ercolani e Lucetta Frisa, Il progetto Arca

“E che altro potevo opporre al nulla se non questa arca nella quale ho voluto riunire tutto ciò che mi era vicino?

Danilo Kis

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Gaetano Ciao: l'incorporeo

(ITINERARIO TRA CORPOREITA’ E IMMATERIALITA’) 

Ciò che corporeo non è, non può esulare dal corpo: non può farne a  meno, non può trascenderlo. L’assenza dell’uno sarebbe l’assenza dell’altro: il nulla.

Giorgio Bonacini, OscuritĂ  II

Fare poesia è avere in mente che il corpo (anche il corpo delle cose) non      è sempre un linguaggio catturabile, ma nemmeno una dimenticanza pura e semplice; il linguaggio del corpo esiste anche in funzione di un corpo di linguaggi da cui attingere per scrivere qualcosa: chiamarla “poesia” è solo una questione di modalità contingenti. 

Teoria: Giorgio Bonacini, Gaetano Ciao, Marco Ercolani & Lucetta Frisa

Prosegue la pubblicazione di Oscurità di Giorgio Bonacini, giunta al quarto capitolo. Gaetano Ciao propone un saggio teso tra corporeità e immaterialità, mentre Marco Ercolani e Lucetta Frisa scrivono del Progetto Arca.

Giovanni Turra Zan: Nota teorica e poesie edite e inedite

In “Finders Keepers” (“Chi lo trova se lo tiene”, mia traduzione) Seamus Heaney ci offre un cocente resoconto di un attacco d’ansia di cui egli fece esperienza quando, per la prima volta, incontrò la poesia di T.S. Eliot. Ciò avvenne negli anni ’50, in un tempo in cui Eliot era considerato, dai poeti anglo-americani, la Luce  e la Via: un nome sinonimo della stessa poesia moderna.

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