Gennaio 2015, anno XII, numero 25

Lucianna Argentino, da "Frammenti di autobiografia postuma", raccolta inedita

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In principio fu il timore e la vita, dentro quello, un antefatto in bianco e nero per lei che stava sempre nell’incerto, in ciò che diviene senza mai av-venire. Era cronologicamente equivalente all’inizio del discorso.

 

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Miguel Angel Cuevas, da "Scrivere l’incàvo", Il Girasole Edizioni, 2011

Dall’aletta: (...) Verso l’immobilità astratta della traccia: tratto, parola. Vuoto, incàvo oppure interstizio che soltanto può essere accerchiato, recintato: la cavità richiama colloca richiede. Qui: questo luogo spoglio, scabro, frattura: da cui scaturisce e attinge la cifra riarsa, il limite dissonante, le chiazze sulla materia forma di sé stessa.

 

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LITANIA:

sudario.

Trafigge ciò che nomina.

Rivela

l’esatta dimensione:

nessuno, niente.

Enrico De Lea, da "Dall’intramata tessitura", Smasher Edizioni, 2011

Dalla prefazione di Alessandra Pigliaru: (...) La nominazione è faccenda assai complicata.
Determina un soggetto che abbia coscienza di essere tale e una lingua da considerarsi familiare.

La porta meta fisica, nota dell'Autrice

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Antonello da Messina, Virgin Annunciate, 1476 (Palazzo Abatellis, Palermo)

 

Alla fine scopri che il tuo vero grande amore è stata una porta. Cesare Viviani

 

Nicola Ponzio, da "Il mio nome nel tuo nome", Oèdipus Edizioni, 2014

Dalla postfazione di Giampiero Marano: (...) Nicola Ponzio trasmette e condivide con il lettore più attento una conoscenza, e non semplicemente un’esperienza. Nel libro si alternano due voci, graficamente distinte dall’uso del corsivo e del tondo. La principale è quella di un cadavere di donna in decomposizione, abbandonato sulla riva di un fiume.

Marco Ercolani, da "Si minore", Smasher Edizioni, 2012

Dalla prefazione di Mauro Germani: Da dove provengono le visioni che ci consegnano questi nuovi versi di Marco Ercolani? Esse sembrano venirci incontro un attimo prima del loro dissolvimento, colte nel loro passaggio segreto, in quella zona di confine – prossima e familiare insieme – in cui poesia ed esistenza si sfiorano e poi si tramutano l’una nell’altra, per dileguarsi infine nell’ombra totale. (...)

 

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Pelle contro pelle,

ombra contro ombra,

con l’impulso di rinascere ancora,

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