Febbraio 2018, anno XV, numero 38

Ultima pagina: Federico Federici artista visivo, nota dell'Autore

«Uno degli elementi sovversivi che giustificano il paradosso della comunicazione asemica risiede nella non esistenza di un genoma riconoscibile o implicitamente accettato dalla comunità. Ogni testo, indipendentemente dalla propria estensione, incarna l'espressione massima e unica di una lingua oscura, che ne costituisce lo stimolo e l'essenza.

Galleria fotografica del 18 novembre: immagini di Maria Grazia Veroni

Massimo Rizza, una poesia inedita, “Senza titolo”, nota di Marco Furia

Urbane visioni

Massimo Rizza presenta una sezione della sua raccolta inedita “I corpi delle città”: tale sezione è dedicata a Urbino.

Per via di una prosa poetica ricca d’immagini, di rimandi a eventi storici e a un’attualità che di simili episodi è erede, secondo cadenze molto ben calibrate nel loro dinamico divenire, il Nostro descrive Urbino in maniera visionaria ma anche molto concreta.

È d’obbligo, a questo punto, la citazione

Chiara & Loredana Prete, dalla raccolta inedita “Orbitale”, nota di Giorgio Bonacini e delle Autrici

Con questi versi le autrici riescono a dar vita a un’opera che solo la poesia, che è uno speciale organismo linguistico, è capace di produrre: far aderire completamente la significanza del suono e del senso, dentro una materia naturale e così specifica, com’è quella degli elementi chimici.

Alice Pareyson, una poesia inedita, “Santificati Uffizi”, nota di Ranieri Teti

Quando una poesia si conclude con una domanda lascia una sorta di sfida al lettore, a una ideale platea.

Il testo si trasforma in una proposta di condivisione che rilancia con più forza ancora il tema originario. Tutto questo non è semplice, ma Alice Pareyson ha il dono di non preoccuparsene, inserendo nell’opera una dose di arguzia produttiva ed efficace.

Paola Nasti, dalla raccolta inedita “Cronache dell’antiterra”, nota di Giorgio Bonacini

Con questa raccolta Paola Nasti ci porta in un mondo altro: atopico, ulteriore, postumo, ma anche in una metafora poetica dove la disgregazione, attraverso una scrittura di notevole capacità visiva e visionaria, sembra muoversi ai fondamenti di una nuova creazione. Ma questo mondo di disappartenenza, sembra non avere solidità e gli esseri che la abitano sono divisi, anche frantumati, o ancor più sciolti dentro e fuori, tra odio e non amore. Al centro la nostalgia delle origini.

Alberto Mori, da "Quasi partita", Fara Editore 2016, nota di Rosa Pierno

Se una partita di tennis consta soprattutto del suo percorso temporale, di cui il punteggio o la vittoria sono solo gli esiti finali, il suo iter si svolge, allora, entro l'indecidibilità o meglio l'iter è il regno assoluto di ciò che accadrà e che non si conosce in anticipo. È un momento nel quale non si può decidere che continuare a giocare, ma anche il modo non passa che per una constatazione del fatto, la traiettoria della palla, quasi fato.

Francesca Monnetti, una poesia inedita, “(F)orma”, nota di Marco Furia

 

 

Forma come possibilità

“(F)orma”, di Francesca Monnetti, è un vero e proprio poemetto le cui diverse direttrici, pur restando distinte, convivono e s’intersecano.

 

Marco Mioli, una poesia inedita, “Senza titolo”, nota di Marco Furia

Descrivere l’enigma

Con un componimento il cui esordio richiama certi serici tessuti cinesi, Marco Mioli mostra una non comune capacità di collegare immagini evocative e visionarie a comprensibili tratti descrittivi, quali ad esempio:

“ cementizi a milano il liberty

si scontrò con le bombe americane”.

 

Non mancano accostamenti davvero sorprendenti

“i sassoni i cimbri l’educazione sessuale

i rifugi alpini i confini le bombe chimiche”.

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