Flavio Ermini

n. 56, L'Altro

«Anterem» giugno 1998

La poesia tende a un Altro, ha bisogno di questo Altro, ha bisogno di qualcuno a fronte. Lo cerca, riconosce di appartenergli.
Ogni cosa, ogni essere è per la poesia, che verso l’Altro si volge, una forma di questo Altro.

Celan

La poesia porta a parola il taciuto, superando la cesura tra Sì e No, ripristinando l’inaugurale coappartenenza tra voce e silenzio.

n. 55, Metaxy

«Anterem» dicembre 1997

Parla anche tu
parla per ultimo,
dì la tua parola.

Parla –
ma non dividere il No dal Sì.
Dà alla tua parola anche il senso:
dalle l’ombra.

Celan

n. 54, L’Aperto

«Anterem» giugno 1997

Dans la stupeur de l’air où s’ouvrent mes allèes …
Char

O quale e quanto in quella viva stella
pur vinse, quale e quanto si sospinse
oltre le soglie della sua stessa luce;
al di là del silenzio quale e quanto t’induce.
Zanzotto

n. 53, Ante Rem

«Anterem» dicembre1996

Dico: un fiore! e, tratto dall’oblio dove la mia voce ne confina una certa forma, come qualcosa di alieno ai calici consueti, musicalmente s’innalza, idea incarnata e soave, l’assente da tutti i mazzi.
Mallarmé

 

n. 52, Uguale a zero

«Anterem» giugno 1996

Un segno noi siamo, privo di significato,
siamo senza dolore e abbiamo quasi
perduta la lingua nell’estraneo.
Hölderlin

Ah generazione dei mortali
uguale a zero
valuto la vostra vita.
Sofocle 

n. 51, = 0

«Anterem» dicembre 1995

… dal momento che il segno, in se stesso privo di significato, viene posto = 0, anche l’originario, ovvero il fondo nascosto di ogni cosa, può allora farsi presente.

Hölderlin

Editoriali 1995 - 2019

Sono qui raccolti gli editoriali - tutti a firma di Flavio Ermini - che hanno introdotto i vari numeri di "Anterem" nel corso degli ultimi anni. I titoli corrispondono alle questioni di volta in volta tematizzate sul periodico. L'ordine segue la cronologia della loro pubblicazione. Agli appassionati segnaliamo un volume che raccoglie gli editoriali che si estendono dal n. 51 del 1995 al n. 71 del 2005: è curato da Marco Ercolani ed è edito da Joker (2006).

Più Libri Più Liberi

V^ Fiera della Piccola e Media Editoria

Roma 7 – 10 dicembre 2006

La casa editrice
Moretti & Vitali

organizza

Sabato 9 dicembre 2006
ore 16,00

Quando il filosofo incontra il poeta

Presentazione della collana
Narrazioni della conoscenza
(Moretti & Vitali)

diretta da
Flavio Ermini

Dialogo con:
Antonio Prete e Susanna Mati

È uscito il Numero 73 della rivista “Anteremâ€

È esposto nelle migliori librerie e può essere richiesto direttamente ad info@anteremedizioni.it

Rivista Anterem Numero 73Rivista Anterem Numero 73

 

 

 

 

Questo numero è dedicato a “L’esperienza della percezione” e raccoglie poesie, narrazioni e immagini di autori internazionali.

 

 

Editoriale

Sommario

Elenco dei poeti

  • Henry Bauchau (tr. Chiara Elefante)
  • Marcel Bélanger (tr. Alfonso Cariolato)
  • Giorgio Bonacini
  • Davide Campi
  • Mara Cini
  • Franc Ducros (tr. Margherita Orsino)
  • Silvio Endrighi
  • Ottavio Fatica
  • Giovanna Frene
  • Katarina Frostenson (tr. Andreas Sanesi)
  • Philippe Lacoue-Labarthe (tr. Davide Tarizzo)
  • Friederike Mayröcker (tr. Riccarda Novello)
  • Madison Morrison (tr. Alessio Rosoldi)
  • Camillo Pennati
  • Rosa Pierno
  • Michele Ranchetti
  • Lucio Saffaro
  • Enrica Salvaneschi
  • Sirio Tommasoli
  • Ida Travi
  • Birgitta Trotzig (tr. Daniela Marcheschi)

I loro testi sono accompagnati da un nucleo di riflessioni che modula il tema della percezione dal punto di vista filosofico: sotto il profilo del tempo, della parola e della memoria. Ne sono autori Carlo Sini e i collaboratori della cattedra di filosofia teoretica della Statale di Milano: Matteo Bonazzi, Federico Leoni, Matteo Vegetti.

Precisa Flavio Ermini nell’editoriale che introduce il numero: «Il tempo dell’aggancio alle cose diviene un gioco interminabile di avvicinamenti e allontanamenti. E di scoperte minime, che, pur raggruppate, forniscono una somma solo parziale di dati. O una somma totale insensata; essendo l’ingrandimento di un solo addendo: quello più evidente per l’occhio che si muove sul mondo. Il risultato ultimo, ammesso che ci possa essere, è sempre aleatorio. E quando circoscriviamo quello che ci sembra essere prossimo al vero, avvertiamo ancor più che il nostro calcolo richiede una revisione, che quasi sempre impone il congedo dall’abituale modo di vivere e pensare».

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